Stop del Governo: “Deve decidere il Parlamento” ma per la Corte Costituzionale non c’è vuoto normativo e si può procedere. Le Regioni: “Abbiamo autonomia in materia sanitaria”

lorenzinAl via con il teatrino della fecondazione eterologa: da una parte il ministro alla Salute Beatrice Lorenzin che prepara un decreto legge, dall’ altra il presidente del Consiglio, Matteo Renzi che propone che di tale materia, dagli «evidenti profili etici», si occupi il Parlamento: al centro la Corte costituzionale che ad aprile scorso ha stabilito che non è legittimo il divieto imposto alla fecondazione eterologa nel nostro Paese dalla legge 40 e ha precisato che questa dichiarazione di illegittimità «non provoca alcun vuoto normativo». In virtù di questo molte strutture private e Regioni ritengono che la sentenza della Corte sia sufficiente a permettere sul territorio italiano la fecondazione eterologa. Insomma è il caos: e mai come in questo caso la confusione andrà a braccetto con l’anarchia. Solo le Regioni potrebbero autorizzare centri pubblici o privati ad assistere le coppie per l’eterologa; finora solo la Toscana ha dato i permessi sul suo territorio, ma lo stesso ufficio legale della Toscana ha bocciato la delibera, perché recepisce una direttiva europea che soltanto lo Stato ha facoltà di recepire.

“Al momento resta tutto bloccato – assicura il ministro Lorenzin -, è lo Stato che darà le direttive al più presto e per tutti, intanto controlli a tappeto. È finita l’epoca dei non controlli, su ogni aspetto della sanità. In particolare dopo lo scambio di embrioni all’ospedale Pertini di Roma”.

Come si è arrivati a questo punto? Il ministro Lorenzin pensava che fosse opportuna una legge dopo la sentenza della Corte costituzionale e che fare un decreto fosse una forzatura. Poi la delibera toscana, le dichiarazioni del ginecologo Antinori di aver effettuato fecondazioni eterologhe su varie pazienti l’hanno convinta ad affrettare i tempi. Il decreto quindi è stato preparato e portato venerdì in Consiglio dei ministri. Ma c’è stato lo stop. Renzi ha fermato Lorenzin preferendo trasferire in Parlamento un tema così «sensibile» ed evitare di aggiungere un altro «caso» a quelli già aperti in questo momento politico. Sarebbe bastato, a questo punto, scrivere delle «linee guida», per precisare meglio il dettato della Corte?

Secondo il ministero le linee guida potrebbero essere impugnate da qualsiasi Tar e creare ulteriore confusione. La situazione non sarà di facile gestione. Il presidente della Toscana, Enrico Rossi, ha ribadito che «c’è competenza delle Regioni in materia sanitaria», che la sua giunta si è mossa «senza polemiche verso il governo», che andranno quindi avanti con le autorizzazioni e che, quando ci saranno le linee guida nazionali, «le adotteremo».

Il Movimento per la vita invece «apprezza la decisione del governo di rinunciare a intervenire per decreto. A Regioni e strutture ospedaliere si dovrà impedire di muoversi come se fossero corpi autonomi. Alle strutture private, ansiose di aprire un nuovo mercato, si dovrà insegnare la pazienza». Insomma da venerdì 08 agosto data dell’ultimo Consiglio dei ministri, si è aperta una stagione di contrasti e dure polemiche sulla fecondazione eterologa.

Fonte (Avvenire)