Arezzo, la multiculturalità è una risorsa: così la scuola da il benvenuto ai bambini adottati

maestro-scuola-elementare 200Il nuovo anno scolastico è ai nastri di partenza e alle porte delle aule bussa con forza una necessità: quella di integrare al meglio gli alunni stranieri appena arrivati in Italia, tra cui centinaia di minori giunti tramite l’adozione internazionale.

Nel Casentino, una delle quattro vallate principali della provincia di Arezzo, i dirigenti scolastici si sono incontrati per programmare specifici interventi di integrazione. Presso l’Unione dei Comuni Montani, i vertici delle scuole del Casentino hanno stabilito di agire in sinergia progettando percorsi di accoglienza scolastica per i bambini adottati e di sostegno alla frequenza degli alunni disabili.

Per quanto riguarda gli adottati, nei primi giorni di ottobre si svolgerà una giornata formativa sui temi dell’adozione, dell’accoglienza e dell’inserimento scolastico. A occuparsene saranno i facilitatori linguistici di Oxfam Italia Intercultura, con cui è stato istituito un tavolo interprofessionale a livello locale.

Già da settembre invece partirà il progetto “Scuola con vista” che si occuperà di valorizzare la multiculturalità e le diversità come risorse educative. Dal 3 al 13 settembre sono in programma i corsi di facilitazione linguistica, tenuti dalla stessa Oxfam Italia Intercultura,  per l’accoglienza e l’integrazione dei minori stranieri. Fino a oggi, per l’anno scolastico 2014-2015, sono state raccolte 51 adesioni.

Della strada intrapresa si dice soddisfatta Eleonora Ducci, assessore all’Istruzione dell’Unione dei Comuni Montani del Casentino. “L’incontro è stato molto positivo e costruttivo – ha commentato – perché il confronto con il mondo della scuola è fondamentale quando si parla di intercultura, di integrazione e adozione. I buoni risultati ottenuti in passato dai progetti realizzati dall’Unione sicuramente sono il punto di partenza per una programmazione di interventi territoriali ancora più attenti alle esigenze della comunità casentinese”.

 

Fonte: Corriere di Arezzo