La Lombardia vuole la legge di riforma delle adozioni internazionali: 168 milioni di bambini abbandonati tornano a sperare

consiglio_regione_lombardia-2Il meccanismo si è innescato. Ora bisogna continuare a crederci, alimentare il processo, supportarlo, olearlo la dove rischia di incepparsi: perché la strada è stata aperta ma davanti c’è una ripida salita prima di arrivare al traguardo. La tanto sospirata riforma delle adozioni internazionali.  E la Regione Lombardia sembra proprio averne capito l’urgenza ponendosi a tutti gli effetti come apripista in questa che è a tutti gli effetti una vera e propria rivoluzione culturale nell’interesse supremo del bambino abbandonato.

Sensibilità e lungimiranza che il 14 ottobre sera hanno avuto la meglio quando alla Regione è stato approvato all’unanimità da parte dell’Aula il documento di NCD (Nuovo Centro Destra), presentato dal capogruppo Luca Del Gobbo con cui si chiede di semplificare l’iter adottivo e sostenere le famiglie che decidono di accogliere un bambino abbandonato attraverso lo stanziamento di risorse economiche.

Un passo concreto e significativo nella direzione dell’ appello lanciato da Ai.Bi. durante l’Open Day del 27-28 settembre, quandodi fronte alla drammatica crisi delle adozioni internazionali è stato detto “la società civile e la politica non possono restare a guardare”, hanno fatto seguito azioni concrete.

Immediate, infatti, le “reazioni” politiche con la mozione del gruppo Ncd (Nuovo Centro Destra) a cui si è aggiunta tutta la maggioranza del Consiglio regionale della Lombardia (primo firmatario Luca Del Gobbo e sottoscritta dal centrodestra a ranghi compatti); e il PD con un progetto di legge per amplificare gli aiuti alle coppie che intendono adottare uno o più bambini. E ora l’approvazione all’unanimità in Consiglio regionale che fa si che tutto ciò non rimanga lettera morta in un fondo di cassetto. Insomma la politica si è rimboccata le maniche: 168 milioni di bambini abbandonati nel mondo ringraziano.

Cosa prevede la mozione approvata? Una riforma della legge sull’adozione internazionale, semplificando le procedure attraverso accordi coi Paesi di origine dei minori, riducendo i tempi dell’iter adottivo, abbattendo i costi per le famiglie che scelgono questa strada. Nella mozione si chiede innanzitutto di semplificare gli adempimenti burocratici con conseguente riduzione dei tempi (attualmente tra la presentazione della disponibilità della coppia e l’ingresso dei bambini in Italia passano oltre tre anni) e dei costi che si aggirerebbero attorno ai 20 mila euro. Su questo aspetto la mozione è stata integrata con la richiesta -proposta dalla Consigliera Paola Macchi (M5S) – di intervenire presso la Commissione per le adozioni internazionali perché “operi ulteriori controlli sulle spese che gli Enti autorizzati esigono dagli assunti genitori”.

Le domande sono, infatti, in calo e anche le coppie che hanno portato a termine una adozione internazionale sono diminuite in questi anni di oltre il 30%.

Nella discussione sono intervenuti i Consiglieri Stefano Carugo (NCD), Antonio Saggese (Maroni Presidente), Onorio Rosati (PD), Riccardo De Corato (FdI), Silvana Saita (LN), Alessandro Sorte (FI), Daniela Maroni (Maroni Presidente) e Fabio Pizzul (PD). Apprezzamento per la mozione è stata espresso anche dall’assessore Maria Cristina Cantù. Il Presidente del Consiglio regionale Raffaele Cattaneo – che tradizionalmente non partecipa al voto in Aula – in considerazione del contenuto della mozione e della posizione unanime registrata nel dibattito, ha aggiunto il suo voto positivo a quello dell’intero Consiglio.

Nella vita c’è bisogno di segnali positivi che incoraggino. L’approvazione in Aula del 14 ottobre sicuramente lo è.

E intanto è anche opportuno ricordare che, per quanto in Lombardia la regolamentazione dell’eterologa abbia già un mese, i problemi da risolvere all’inizio ci sono ancora tutti, e circa 6mila coppie restano in attesa, senza sapere quanto ancora dovranno aspettare. In nessun centro milanese, infatti, è partita l’applicazione della fecondazione eterologa.