Ecco perché abbiamo sospeso gli incarichi: un fiume ininterrotto di mandati… ma senza prospettive di sviluppo

news3Carissima Ai.Bi.,

se ricordi sei venuta alla luce tempo fa, non ricordo nemmeno l’anno preciso, ma posso dirti che dal 1991 poco alla volta mi sono “innamorato” di te e di ciò in cui credevi e sostenevi con fermezza.

Ricordi con quale spirito i tuoi padri fondatori – e poi altri che hanno seguito le loro orme – hanno “combattuto” per il diritto di ogni bambino ad avere una famiglia?

Con la testimonianza ad accogliere chi era solo; con azioni, che a volte si traducevano in manifestazioni “non proprio pacifiche”  in piazza; con la presenza  di papà e di mamme a trasmissioni televisive da Nord a Sud per sostenere quel sacrosanto diritto: non ti sei mai arresa!

E non vorrei che ora che ho letto questo angosciato comunicato si metta la parola fine al sogno – fosse anche – di un solo bambino abbandonato.

Ed è per questo che la vostra decisione mi trova “spiazzato”! Cara Ai.Bi., hai combattuto una buona battaglia sino ad oggi. Ti prego: “Non terminare la corsa!”

Adelio

 

Caro Adelio,

grazie per le tue toccanti parole. In te vedo tutte le famiglie adottive storiche di Ai.Bi. e rispondo alla tua lettera così accorata con sincerità e trasparenza, principi che hanno sempre contraddistinto Amici dei Bambini nei suoi 30 anni di attività.

Desidero, innanzitutto, rassicurarti: non stiamo terminando la corsa. Anzi, al contrario, la stiamo riprendendo con maggiore forza e determinazione, per tentare di salvare le Adozioni Internazionali, da ciò che sembra- senza drastici interventi- una fine inevitabile nel giro di pochi anni.

1. La sospensione dei nuovi incarichi non vuole essere un atto di protesta, come da taluni definito, ma un atto dovuto nei confronti delle famiglie che hanno affidato a noi il loro mandato. Non vogliamo illudere nessuno, non lo abbiamo mai fatto, meno che mai chi riponendo la fiducia in Ai.Bi. si appresta a realizzare il più grande atto di giustizia che un persona possa mai compiere nella propria vita: l’adozione di un bambino.

Ma la realtà è sotto gli occhi di tutti e anche tu la puoi controllare dal nostro sito in tempo reale.

Anche quest’anno – come oramai succede da qualche anno, in controtendenza rispetto al calo generale delle coppie che si avviano all’adozione – abbiamo avuto un fiume ininterrotto di incarichi: più 20 % rispetto allo scorso anno.

Un grande segno di fiducia delle famiglie italiane nei confronti di Ai.Bi.: ed è proprio questa fiducia che non vogliamo ora tradire!

Sono numeri che parlano da soli: 446 conferimenti attivi, circa 50 mandati arriveranno nelle prossime settimane dai corsi svolti dopo l’estate, 41 sono in stand by; ad oggi fanno un totale di più di 500 coppie in lista di attesa. Di queste, le coppie abbinate, che adotteranno da qui a 10 mesi, sono 91.

Se consideri che il 2014 si chiuderà con un consuntivo di poco più di 100 adozioni (coppie non bambini) realizzate – d’altra parte la crisi delle adozioni sta colpendo duramente e siamo ad oggi a un meno 45% di adozioni portate a termine rispetto al 2013- anche mantenendo una media di 100/120 adozioni all’ anno significa che chi oggi conferisce un mandato ad Ai.Bi. adotterà mediamente fra tre-quattro anni!

Inaccettabile per Ai.Bi.!

Certo, come tu ben sai, il percorso delle coppie in lista di attesa non segue, per fortuna, una direttrice così strettamente matematica. Sono infatti tante le variabili che entrano in gioco nelle adozioni internazionali- apertura di nuovi Paesi, cambio di una autorità centrale, una nuova legge, un accordo bilaterale, ecc…- capaci di accelerare o modificare i tempi di previsione.

Sono trent’ anni che mangiamo ogni giorno “pane e adozioni”: è questa la nostra vita. Quanti cambiamenti abbiamo visto, quante difficoltà abbiamo superato con determinazione e coraggio,… con quella speranza che ci ha insegnato il “nostro” bambino abbandonato.

2. Ma… Purtroppo, oggi c’è un grande “ma”.

In passato le adozioni internazionali venivano viste e considerate dai vari Governi alternatisi alla guida del nostro Paese, come il “fiore all’occhiello” del Made in Italy: le famiglie italiane, da quando esiste l’adozione internazionale, sono sempre state quelle più pronte all’ accoglienza, quelle più disponibili, quelle più aperte ai bisogni e ai diritti dei bambini. E tale “qualità” veniva riconosciuta e premiata dai Paesi di origine.

Caro Adelio, forse tu non lo sai, ma in tema di adozioni internazionali l’ Italia è il Paese che in assoluto ha sottoscritto più accordi bilaterali  con i Paesi di origine. Accadde che i nostri Governi si “innamorarono” dell’ adozione internazionale e un bel giorno regalarono alle famiglie italiane addirittura un “Ministro” ( noi ci saremmo accontentati di un Sottosegratario ) per condurre le sorti della CAI: iniziarono gli anni d’oro, prima Rosy Bindi, poi Carlo Giovanardi…

Ministro, Cai ed Enti: incontri, missioni congiunte all’estero, tavoli tematici, delegazioni di autorità straniere, progetti di cooperazione, programmi Paese. Quanto lavoro e quante “sane litigate” (su questo Ai.Bi., come sempre, in prima fila: è il destino che ci siamo dati!). E che risultati: più di 4000 mila bambini abbandonati entravano, ogni anno, sorridenti e felici nel “bel Paese”.

“Ma”… vennero i tempi bui: la crisi economica e le difficoltà politiche relegarono l’adozione internazionale in un ruolo marginale nei programmi dei governi, anche se il “ministro”( prima Riccardi e poi per un breve periodo Kyenge) fu sempre mantenuto alla guida della CAI.

Le adozioni però iniziarono a scendere vertiginosamente: ciò che preoccupava non erano tanto le difficoltà economiche- importanti sì, ma non ancora decisive- quanto la mutata visione culturale rispetto all’ adozione. Da più parti si iniziava a sentire la necessità di una riforma della legge, anche se le priorità del legislatore erano ben altre.

L’avvento clamoroso di Matteo Renzi sulla scena politica e la sua decisione di trattenere nelle sue mani la “delega” per le adozioni internazionali riempì il “settore” di vero entusiasmo: per la prima volta un Presidente del Consiglio a capo della CAI.

Da tutti fu interpretato come un potente segnale di rilancio delle adozioni: in un’ epoca di riforme repentine e istantanee, anche l’adozione ne avrebbe tratto beneficio, e con lei le migliaia e migliaia di bambini abbandonati, il cui numero, purtroppo, è in continua crescita!

E ci rimettemmo al lavoro, cercando di superare le rivalità esistenti fra gli enti, per portare al “nostro” Presidente l’ esperienza maturata, ma anche il nostro entusiasmo al fine di gettare le basi di una riforma che avrebbe segnato il rilancio dell’ adozione internazionale, oramai sempre più in crisi.

3. Ma… la grande delusione: l’ “abdicazione”  alla presidenza della CAI da parte di Renzi a favore della vicepresidente. Come interpretare tale gesto se non come un tangibile disinteresse da parte del Governo per la “materia”?

Senza un ruolo politico dell’Esecutivo in CAI, chi avrebbe dato quell’impulso e quella sferzata necessaria per sperare di superare la crisi? Infatti il dato nazionale del calo delle adozioni internazionali ad oggi è pari a meno 30% rispetto al 2013. In tale anomala situazione, mai prima d’ ora verificatasi (nelle mani di una sola persona sia il controllo politico che l’operatività della Commissione) iniziò un periodo di faticosa e difficile gestione dei rapporti fra enti e istituzioni preposte.

Infine la mazzata finale.

Delle tre riforme programmate per il rilancio del welfare collegato al mondo del non profit- cooperazione internazionale, terzo settore, adozione internazionale– solo quest’ ultima rimane al palo, sostituta da una mozione approvata all’unanimità alla Camera che sentenzia che “la legge dell’ adozione internazionale va bene così come è”!

Sai, essendo tu un assiduo lettore del nostro sito, con quale accanimento difendiamo le nostre idee e portiamo avanti le nostre battaglie: non ho mai accettato di vedere l’adozione internazionale imboccare la via del tramonto!

Appelli, provocazioni, peregrinazioni nei corridoi delle istituzioni, manifestazioni pubbliche, …tutto per lanciare l’allarme: da questa crisi delle adozioni non si esce senza una volontà politica di sostenere l’adozione, non si esce senza una collaborazione fattiva fra enti e istituzioni preposte, non si esce senza una riforma della legge.

L’avvento dell’ eterologa e il grande interesse focalizzato dalle istituzioni ai vari livelli a tale forma di genitorialità, hanno ulteriormente dimostrato il “distacco affettivo” del Governo alla nostra cara e “vecchia” adozione internazionale.

In questa situazione quale prospettiva di sviluppo si può mai intravedere?

4. «Allora è tutto inutile?»-ti chiederai. La decisione di Ai.Bi. di sospendere i mandati equivale a scrivere una parola fine alla missione della nostra Associazione? Ai.Bi. ha “terminato la sua corsa” nel settore delle adozioni internazionali?

Tutt’ altro, caro Adelio!

Oggi è importante “tutelare” le coppie che ci hanno dato mandato (come sopra ho cercato di spiegarti); e fin da ora ci ributtiamo anima e corpo al lavoro facendo tesoro del passato, ma partendo da una prospettiva differente. Che significa tutto ciò?

Primo: che non bisogna buttare alle ortiche ciò che di buono è stato realizzato dalle istituzioni. Qui oggi tutti sembrano dimenticarsi del lavoro fatto dalla precedente “Commissione Bicamerale per l’infanzia” e del suo documento conclusivo sull’ adozione internazionale”, una sorta di testamento della precedente legislatura consegnato a chi, a livello istituzionale, vorrà impegnarsi per un rilancio del settore.

Secondo: accoglieremo con il più grande entusiasmo e collaborazione, le recentissime iniziative che stanno sbocciando a livello delle Regioni (d’ altra parte, se ben ricordi la “regionalizzazione” è stata una dei nostri cavalli di battaglia per rilanciare le adozioni, un sogno poi rimasto nel cassetto!).

Prima fra tutte è partita la Lombardia– d’altra parte la sua primogenitura era d’obbligo, essendo la regione di gran lunga più “accogliente” per l’adozione internazionale.

Su iniziativa del Nuovo Centrodestra (che si sta segnalando per una particolare attenzione al nostro tema), il Consiglio Regionale  ha approvato all’unanimità una mozione che a differenza di quella della Camera- pone l’accento sull’ urgente necessità di una riforma delle adozioni internazionali. Sempre in Lombardia anche il Partito Democratico ha a sua volta presentato una proposta di legge. È notizia di oggi che anche il Piemonte starebbe per imboccare identica strada.

Ed è proprio la “regionalizzazione”, la prospettiva a cui si sta indirizzando il nostro lavoro: in occasione della giornata dell’ “OPEN DAY 2014 ” abbiamo presentato il modello di “regionalizzazione” in vigore in Spagna, un modello che fa della vicinanza con le famiglie e della collaborazione con gli enti autorizzati regionali il vero punto di forza.

Quindi “Linee guida Bicamerale Infanzia”, proposte di leggi regionali e modello spagnolo, saranno le direttrici che ci guideranno verso la tanto auspicata ripresa delle adozioni internazionali.

Perché non dobbiamo mai dimenticarcelo: al di là di tutte le questioni politiche, contenziosi vari, litigi e problemi, ci sono i bambini abbandonati che ci aspettano e ci spronano a non rinunciare a lottare per loro. Specialmente nei momenti di difficoltà hanno solo noi, i genitori adottivi che hanno scelto la missione di accogliere il grido di abbandono anche dell’ “altro nostro figlio” (quello che tutti sappiamo di aver lasciato negli istituti)!

Caro Adelio, come vedi siamo più vivi e determinati che mai. Ora non ci resta che lavorare e “ripartire”: sono ormai centinaia gli sms, le mail, le telefonate di chi ci sprona a non desistere, rassicurandoci di essere al nostro fianco; di chi si dichiara pronto a ritornare anche in piazza, se necessario, per difendere il diritto di ogni bambino abbandonato ad essere figlio.

Il camper di Ai.Bi. è già in garage e non vede l’ora di accendere il motore e raggiungerti nella tua città per gridare a tutti che «l’adozione è una cosa meravigliosa».

Marco Griffini

Presidente di Ai.Bi.- Amici dei Bambini