Viterbo e Perugia, per due giorni la commedia fa rima con solidarietà

san leonardo vtCon l’arrivo dell’autunno la solidarietà torna a calcare il palcoscenico dei teatri italiani. Come da tradizione ormai consolidata la compagnia di produzione Primascena Srl destina una parte degli incassi dei suoi spettacoli ad Amici dei Bambini, per i suoi progetti a sostegno dell’infanzia abbandonata in Italia e nel mondo. I primi appuntamenti di questa nuova stagione sono a Viterbo e Perugia, rispettivamente mercoledì 22 e giovedì 23 ottobre.

Ad allietare il pubblico saranno gli attori della Nuova Compagnia Teatrale che regaleranno una ventata di allegria con “Tre pecore viziose”, commedia in tre atti per la regia di Enzo Rapisarda. Tre le repliche previste al Teatro San Leonardo di Viterbo, alle ore 15 e 30, 18 e 21; due invece le rappresentazioni in programma al Teatro Bertold Brecht di Perugia, alle ore 16 e 21.

Scritta nel 1881, “Tre pecore viziose” è un’opera che delinea perfettamente lo stile comico del suo autore, Eduardo Scarpetta: l’ilarità, secondo il padre del teatro comico napoletano, rappresenta l’unica occasione per difendersi dall’arida routine quotidiana, che tende a cancellare i sogni e le aspirazioni di ognuno.

Le tre pecore del titolo sono in realtà tre uomini – Fortunato, Camillo e Felice – che, nonostante la difficile situazione familiare, se la spassano con altrettante giovani fanciulle alle quali lasciano credere di avere serie intenzioni di sposarle. Ma dovranno fare i conti con Beatrice, autoritaria moglie di Fortunato, nonché sorella di Camillo e zia di Felice, che tiene in pugno tutta la famiglia e ne amministra le sostanze, essendo una ricca proprietaria. Il “vizio” a cui si allude è quello delle avventure extraconiugali che porta i tre uomini a essere solidali tra loro. Fino a inciampare, però, nella propria ipocrisia e arrivare a un imprevedibile finale.

Una curiosità: l’autore della commedia, Eduardo Scarpetta, per aver scritto una parodia de “La figlia di Iorio” di Gabriele D’Annunzio, fu addirittura portato in tribunale dal “Vate”.  Ma in difesa sua e del teatro napoletano intervenne, tra gli altri, nientemeno che il filosofo Benedetto Croce.

 

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