Ai.Bi. Family House, lavori in corso

family houseLa struttura, prima nel suo genere in Italia, accoglierà famiglie fragili sia italiane che straniere. Ne parla la giornalista Gabriella Meroni sul numero di novembre del mensile “Vita”. Riportiamo di seguito il testo integrale del suo articolo.

 

Una “clinica ad alta specializzazione” contro l’abbandono e per l’accoglienza dei bambini di tutto il mondo: è questa la nuova Family House di Ai.Bi., la prima struttura del genere sul territorio italiano, che sarà inaugurata a gennaio grazie alla generosità di donatori molto speciali. L’avvio del progetto, partito circa un anno fa, si deve infatti a Caterina Iudicello, un’anziana vedova di Caltanissetta, sola, che prima di lasciare questa vita ha deciso di donare centinaia di migliaia di euro ad Amici dei Bambini. E proprio grazie al suo generoso lascito testamentario (oltre alle donazioni effettuate da altri enti e aziende come Fondazione Cariplo, L’Oreal e Subito.it, ndr) Ai.Bi. ha potuto acquistare una palazzina disabitata da anni, in provincia di Milano, dove i lavori di ristrutturazione sono già in uno stato avanzato e che quindi presto diventerà una sorta di “ospedale da campo” per curare il male di chi ha perso o rischia di perdere la propria famiglia.

“Si tratta di un progetto ambizioso e unico a livello europeo nell’ambito del sostegno alla famiglia e della prevenzione e cura dell’abbandono” dichiara il presidente Marco Griffini. “Qui il dolore verrà accolto, compreso, lenito e aiutato a guarire: al centro del progetto ci sarà sempre la salute dei bambini e delle famiglie che vivono situazioni di drammatica necessità”. La Family House ospiterà infatti diverse strutture dedicate alla “rianimazione” della famiglia, dell’accoglienza e del rapporto genitori-figli: due comunità mamma-bambino dedicate a nuclei sia italiani sia stranieri in situazioni di fragilità; un appartamento di semi-autonomia in cui saranno accolte per un breve periodo le mamme in uscita dalla Comunità mamma-bambino; una “culla termica” per salvare i neonati dal cassonetto e per prevenire l’aborto; una foresteria per ospitare le famiglie adottive e affidatarie provenienti da tutta Italia e che hanno necessità di un consulto specialistico per ricostruire i rapporti a rischio genitori-figli; un Consultorio Familiare (dove opererà un’équipe di psicologi, assistenti sociali e pedagogisti) per accompagnare le famiglie adottive e affidatarie nel loro percorso verso l’accoglienza e costituire punto di riferimento anche per tutte le famiglie fragili del territorio. Non solo: verrà attivato anche un Centro di Formazione ad alta specializzazione dove si svolgeranno incontri formativi a vari livelli con le famiglie che si vogliono dedicare all’accoglienza, e uno spazio neutro dove i bambini momentaneamente allontanati dal nucleo familiare (in affido) potranno incontrare i genitori e tentare di ricostruire legami.

Nonostante il progetto della Family  House sia in dirittura d’arrivo, serve ancora – fa sapere Ai.Bi. – il contributo di tutti i sostenitori perché possa essere realizzato nei tempi previsti; sul sito aibi.it sono indicate dunque diverse modalità di sostegno.