Bologna, riconoscimento dell’adozione per coppia lesbica: deciderà la Corte Costituzionale

corte costFinirà davanti alla Corte Costituzionale il caso delle due docenti americane, sposate negli Stati Uniti, che hanno chiesto il riconoscimento anche in Italia dell’adozione, da parte di una delle due, della figlia biologica dell’altra. Lo ha deciso il Tribunale per i Minorenni di Bologna, con un’ordinanza seguita al suo parere opposto a quello precedentemente espresso dalla Procura felsinea sul medesimo caso. Il ricorso alla Corte si è reso necessario dal momento in cui il Tribunale per i Minorenni ha ritenuto necessario “sollevare questione di legittimità costituzionale” a proposito degli articoli 35 e 36 della legge sulle adozioni internazionali, la 184 del 1983. Tali norme, infatti, “non consentono al giudice di valutare, nel caso concreto, se risponda all’interesse del minore adottato il riconoscimento della sentenza straniera che abbia pronunciato la sua adozione in favore del coniuge del genitore, a prescindere dal fatto che il matrimonio stesso abbia prodotto effetti in Italia”.

Questi i fatti. Le due donne, sposate negli Usa, circa 10 anni fa diventano entrambe madri, attraverso la fecondazione eterologa con donatori anonimi. Dopo aver dato alla luce un maschio e una femmina, ognuna delle due ha ottenuto l’adozione del figlio dell’altra: pratica resa possibile da sentenze dei tribunali statunitensi che hanno concesso a entrambe le donne le responsabilità genitoriali. Nel 2013 una di loro ha ottenuto la cittadinanza italiana, così come, per discendenza, anche suo figlio biologico. Mamma e bambino si sono quindi stabiliti a Bologna, raggiunti tempo dopo anche dall’altra donna con la sua bambina. A quel punto, la docente italo-americana ha chiesto che l’adozione della figlia della sua compagna, cittadina Usa, venisse riconosciuta anche nel nostro Paese.

Richiesta a cui la Procura del capoluogo emiliano ha opposto un secco “no”, sottolineando come in Italia la legislazione vigente non preveda il matrimonio omosessuale e quindi non consenta questo tipo di adozioni.

Di parere opposto il Tribunale per i Minorenni, secondo cui “il matrimonio celebrato all’estero tra persone di sesso uguale non è più considerabile come contrario all’ordine pubblico”. “La concezione – si legge nell’ordinanza – secondo cui la diversità di sesso dei nubendi è presupposto indispensabile, per così dire naturalistico della stessa esistenza del matrimonio, non è più condivisibile alla luce del mutato quadro sociale ed europeo.

Secondo il legale della coppia, l’avvocato Claudio Pezzi, “il tribunale ha dimostrato di essere molto attento e di approfondire ogni singolo caso. La strada scelta, affidarsi alla Corte Costituzionale, porta a una revisione del sistema e non del caso concreto”. Peccato che una revisione del sistema non tenga conto che, in natura, il papà e la mamma restano sempre di sesso opposto: ed è di due figure diverse, con le loro peculiarità, che qualsiasi figlio ha bisogno.

 

Fontei: Agi, Avvenire