Scagliusi (M5S) al Ministro Paolo Gentiloni: adozione internazionale in cerca di un garante politico

scagliusiAppena nominato e ha già tra le mani tante gatte da pelare e urgenze da risolvere: una fra tutte le adozioni internazionali. Il nuovo Ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, fresco di nomina dopo il trasferimento a Bruxelles di Federica Mogherini, pronta a ricoprire il ruolo di Alto rappresentante dell’Unione europea per la politica estera e di sicurezza comune (Lady Pesc), è stato ascoltato nei giorni scorsi sulle linee programmatiche del suo dicastero dai membri delle Commissioni Affari esteri di Camera e Senato. Tra gli “uditori” più attenti all’intervento del Ministro, il deputato pugliese Emanuele Scagliusi (M5S) che non perde occasione per sollecitare il ministro Gentiloni a porre mano velocemente alle “intricate adozioni internazionali”.

“Purtroppo il Ministro Gentiloni ha evitato proprio gli argomenti più scottanti e oggettivamente più intricati del dicastero che ha appena preso in mano – dice il deputato Scagliusi che è anche componente M5S della Commissione Affari esteri della Camera – Sarebbe stato opportuno parlare delle misure che il Governo ha intenzione di adottare per far fronte alle intricate adozioni internazionali che coinvolgono tante famiglie italiane”.

“Mi auguro che Gentiloni sia più presente come Ministro degli Affari esteri  – aggiunge Scagliusi – di quanto non lo sia stato come membro della Commissione esteri dall’inizio di questa Legislatura”.

Il deputato del M5S non è nuovo al tema delle adozioni internazionali:  nei mesi scorsi ha varie volte sollecitato il Governo a dare vita alla tanto agognata riforma delle adozioni internazionali. Un’impellenza che era stata al centro dell’intervento di Scagliusi alla Camera lo scorso luglio, nel corso del quale aveva elencato i motivi della crisi del settore come “i rilevanti costi – aveva detto – che le famiglie devono sopportare quando intraprendono questo percorso e che contribuiscono negativamente, soprattutto in un periodo di grave crisi economica quale quello che stiamo vivendo”.

“Tuttavia, non mancano richieste – aveva aggiunto Scagliusi  nel suo intervento alla Camera a luglio – per una riforma della legge sulle adozioni internazionali. Infatti, secondo alcune associazioni, la revisione della norma attuale è indispensabile per dare speranza all’esercito di famiglie che potrebbe fare dell’adozione la scelta di vita, ma la cui speranza viene distrutta dalla burocrazia. È assurdo e mortificante che per adottare un bambino si debbano aspettare 3 o 4 anni, con spese enormi”.

Per poi precisare “la parola “riforma”,  associata all’adozione internazionale, sembra abbia esaurito il suo appeal, mentre si fanno sempre più pressanti le voci di chi, in antitesi a chi con le adozioni internazionali ci lavora quotidianamente, sostiene che un cambiamento non sia necessario”.

Improvvisamente, il ‘riflettere su quanto sia farraginosa e confusa la procedura per le adozioni internazionali”, come detto proprio dal Presidente del Consiglio circa un mese fa, non è più una priorità. “Insomma, la legge sulla adozione internazionale – precisa il deputato Scagliusi – va bene così com’è. La promessa del ministro Boschi, fatta alle migliaia di famiglie in trepida attesa di un miglioramento delle condizioni dell’adozione internazionale, purtroppo sembra essere caduta nel dimenticatoio. La verità è che sulla questione delle adozioni internazionali è calato il silenzio”.

La speranza è che il ministro Gentiloni si faccia carico di questa tematica, visto che la CAI, a differenza del passato,non è presieduta da un rappresentante del Governo ma da un magistrato, Silvia della Monica, con la funzione di Presidente e vicepresidente, e su cui non è dato conoscere quali siano le sue specifiche competenze nel campo della giustizia minorile. Una CAI di fatto abbandonata dall’ esecutivo di Renzi.