Brutti voti a scuola? Cenate con i vostri figli

asino (1)Mangiare con i propri figli li aiuta ad andare meglio a scuola, soprattutto in matematica. Lo rivela uno studio del Consejo Escolar de Estado, il massimo organo spagnolo in tema di educazione. Secondo la ricerca, ci sono differenze fino a due punti di rendimento tra i bambini con famiglie coinvolte nella loro vita scolastica e quelli che invece se la devono cavare da soli. E il momento da non sottovalutare nell’ambito della giornata è la cena, visto che è il pasto in cui la famiglia si ritrova con più calma per parlare. La colazione infatti è spesso consumata di fretta, con l’occhio all’orologio, e a pranzo figli e genitori si trovano quasi sempre in posti diversi.

Ma perché? Qual è la connessione tra miglior rendimento scolastico e cenare con i genitori? “Il rendimento scolastico, così legato al benessere del giovane – dice Luigi Ballerini, psicoanalista e scrittore per ragazzi – che, partendo dalla sua esperienza professionale e non solo alle mere abilità cognitive, possa beneficiare di un clima più disteso, dove l’incontro a cena fra bambini e adulti favorisce il flusso di parola e lo scambio di esperienze dentro una reciproca soddisfazione”. Questa fase della giornata è importante per far conoscere ai genitori le esigenze e i problemi dei figli, ma anche per far capire ai bambini che tipo di vita fanno i genitori. “La cena costituisce un momento narrativo in cui è possibile il racconto di sé. Incontro spesso bambini e ragazzi che non conoscono il contenuto del lavoro del padre o della madre semplicemente perché i grandi non ne parlano. Eppure l’educazione avviene per osmosi, per condivisione di giudizi, per osservazione di comportamenti”.

Insomma è un po’ come dire che a tavola non si mangia solo il cibo, ma si mangiano anche le parole che vengono dette.

Ma non sono soltanto ipotesi.  Alla base c’è una approfondita ricerca che riporta numeri e statistiche a favore.
 I dati del Consejo Escolar de Estado trovano conferma in uno studio dall’Università dell’Oklahoma: gli scienziati hanno studiato le abitudini alimentari di oltre 24.000 bambini tra i 6 e gli 11 anni. Sono state analizzate le competenze sociali, i problemi comportamentali e il rendimento scolastico e ne è emerso che in media in America si hanno circa 5,3 pasti insieme in famiglia alla settimana. Se il bimbo mangia più spesso insieme ai propri familiari, più aumentano in proporzione le sue competenze sociali e il rendimento a scuola.

Devono però essere rispettate delle regole “ferree”. Il pasto deve essere un momento di tranquillità, per riunire la famiglia. La cena va preparata con cura, Tv, cellulari, iPhone ed iPad vanno dunque spenti e tenuti lontani dal tavolo. I ragazzi devono sentirsi “accolti”, “compresi” e i genitori devono predisporsi all’ascolto, buttandosi alle spalle i problemi della giornata.  La tavola quindi come luogo di incontro, di scambio e condivisione. E se la mamma e/o il papà lavorano la sera? “L’importante è che ai figli non manchino le occasioni di incontro – conclude Ballerini –  concreto e reale, con i loro genitori. Se non è possibile cenare insieme è bene che vengano cercate e create altre condizioni per poter stare”

Fonte : (La Repubblica.it)