Una volta abbandonati, la vita dà loro una seconda speranza

bambiniAdozioneC’è una seconda possibilità per alcune delle piccole vittime dell’abbandono: è l’adozione, l’unica via di salvezza per chi non ha una famiglia e rischia di morire a causa di quella che risulta essere la quarta emergenza umanitaria del mondo. Una seconda possibilità che però, con il passare degli anni, si presenta a sempre meno bambini. I numeri della crisi dell’adozione internazionale sono drammatici. Tante e diverse, da Paese a Paese, le cause dell’allontanamento da questa forma di accoglienza. Troppe le difficoltà a cui una coppia di aspiranti genitori va incontro. Eppure la gioia di accogliere un bambino abbandonato è capace di ripagare ogni sforzo, ogni sacrificio e ogni tensione.

Lo dimostrano molte storie, provenienti soprattutto dalle realtà più povere del mondo. Come quella in cui è nato, ed è stato abbandonato, Mark. Oggi ha 21 anni ed è felice, perché il destino gli ha riservato una famiglia amorevole. E pensare che la prima volta che i suoi futuri genitori lo incontrarono, gli erano appena state date poche speranze di sopravvivere. Era fragile, debole e in cattivo stato di salute. “Il suo medico mi disse che stava per morire – racconta ora sua madre – e che le sue possibilità di sopravvivenza erano quasi pari a zero”. Nonostante questo, lei decise di adottarlo. Dopo tutti questi anni, l’unico elemento che rivela che Mark è un figlio adottivo è il colore della pelle diverso da quello dei suoi genitori. I quali, dopo l’esperienza di adozione vissuta in prima persona, hanno deciso di impegnarsi direttamente per trovare una famiglia ai bambini abbandonati del Kenya, fondando un’associazione, il New Life Home Trust, per l’adozione di piccoli africani.

Mirjam è appena diventata maggiorenne. Vive in Svizzera e, dopo aver completato la formazione di base, ha iniziato a lavorare come stagista presso un centro di assistenza all’infanzia. Di