Io, i bambini siriani e quel barattolo di miele in regalo

bambini_siriaIl primo post di questo blog non posso non dedicarlo a loro, fulcro, centro e cuore del nostro operare quotidiano: i bambini, in special modo quelli siriani, di cui mi occupo da quasi un anno, in qualità di volontario espatriato di Ai.Bi. in Turchia.

Loro stanno all’inizio e alla fine di ogni nostro pensare, e spesso anche nel mezzo: dalle loro esigenze partiamo per elaborare progetti e definire interventi che hanno per destinatari finali sempre loro. È come un cerchio che si apre e si chiude intorno a questi “cuccioli di uomo”, spesso privati di quella protezione naturale che è la famiglia e aggrediti su più fronti.

È il loro grido che ascoltiamo, che accogliamo dentro e facciamo nostro, quando si tratta di decidere quale iniziativa avviare, per quale nuovo paese partire, allo scopo di strapparli all’abbandono, all’ingiustizia, a qualsiasi male li minacci, ovunque nel mondo.

E non ci sono altri bambini, in questo momento, minacciati tanto da vicino e in maniera così seria come quelli siriani. Un’intera generazione è a rischio: non lo si ripeterà mai abbastanza.

Ogni tanto mi trovo preso da così tante attività di carattere tecnico e burocratico, assorbito da così tanti impegni e incontri, che mi rendo conto di perdere un po’ il “focus”; l’impossibilità – per ovvie ragioni di sicurezza – di recarmi sul campo e interagire con i diretti beneficiari dei nostri progetti, di abbracciarli a uno a uno, non facilita le cose.

Mi basta però riguardare una foto dei nostri bambini che giocano e disegnano nella ludoteca di Binnish per ricalibrare l’obiettivo.

In fondo, io non sono che l’ingranaggio di una macchina assai più grande. Neanche uno dei più importanti, a ben vedere. Eppure – mi dico – è anche grazie a quella piccola rotellina che gira, che il marchingegno continua a funzionare e a dispensare sorrisi ai nostri bambini. E questo mi dà sollievo e pace.

D’altra parte sapevo, quando iniziai, che non si sarebbe trattato di un semplice lavoro, ma di una vera e propria missione. Di un “servizio”, nel senso più alto del termine, che come tale pone al centro il bene di chi è servito, prima ancora di quello di chi serve.

Di cose buone ne abbiamo fatte tante, in questi mesi, in quell’angolo burrascoso di Siria dove operiamo insieme a Syrian Children Relief. Dalla ludoteca al forno, passando per la distribuzione di latte in polvere ai neonati: le attività che abbiamo realizzato concretamente a sostegno dei bambini siriani e delle loro famiglie stanno portando benefici non indifferenti alla popolazione locale. Il senso di gratitudine è palpabile e percepibile, e filtra attraverso le parole dello staff locale, con cui m’incontro regolarmente.

Una volta un collega di Binnish mi ha persino portato  in regalo un barattolo di miele prodotto da un agricoltore locale, come ringraziamento per aver contribuito all’avvio del progetto di supporto al forno, così a lungo atteso da tutta la sua comunità.

Si può immaginare un gesto di riconoscenza più “dolce”?

 

Luigi Mariani
Country coordinator di Ai.Bi. in Siria

 

Ai.Bi. ha lanciato la prima campagna di Sostegno a Distanza per aiutare le famiglie siriane a restare nel proprio paese e continuare a crescere i propri figli in condizioni dignitose, nonostante la grave crisi. Cibo, salute, scuola, casa, gioco: queste le cinque aree d’intervento. Per avere maggiori informazioni sull’iniziativa e per dare il tuo contributo, visita il sito dedicato.