Accogliere a distanza: una relazione che si tramanda anche ai propri figli! 

Affido e adozione a distanza hanno sempre fatto parte della loro famiglia. Barbara, una sostenitrice a distanza ci racconta come è nato quel legame speciale con bambini lontani solo geograficamente.

Una fedeltà nel tempo: è quella di Barbara e Nicola che, insieme ai loro figli, sono legati a Ai.Bi. e a molteplici forme di accoglienza da tanti anni.

Abbiamo conosciuto Ai.Bi. tanti anni fa – racconta Barbara per Ai.Bi. News – la ragione che all’epoca ci aveva fatto scegliere questa associazione era la possibilità di poter interagire con i bambini che ci venivano abbinati:  lettere, pacchi con qualche regalino, quando possibile visite al progetto … Questa era l’adozione a distanza secondo modalità che, quegli anni, poche altre associazioni prevedevano. Questa relazione di amicizia, sostegno e affetto era fondamentale per noi, qualcosa che sentivamo nel profondo.

Il sostegno a distanza è in effetti una forma di accoglienza: può raccontare come è stata vissuta in famiglia?

Nicola e io abbiamo 4 figli, tra i 30 e i 16 anni, ed abbiamo avuto anche una bambina in affido fino alla maggior età. Oggi è una donna di 28 anni e possiamo senz’altro dire che fa ancora parte della nostra famiglia. Tra quella esperienza e il sostegno ci sono differenze, ovvio ma anche i sostegni a distanza erano comunque per noi modalità per aiutare bambini in difficoltà familiare. Per noi era importante poter restare in contatto.

Quali bambini avete sostenuto negli anni? Nel tempo le esperienze sono state diverse, con bambini che vivevano in diversi paesi del mondo: a volte si trattava di minori in famiglie disagiate altre erano invece bambini abbandonati in istituto.

Può raccontarci del vostro sostegno più recente? Lo scorso Natale si è ripresentata l’occasione: nostra figlia più piccola ha manifestato il desiderio di poter anche lei vivere questa esperienza, dato che sentiva raccontare dai fratelli storie sui bambini e ragazzi conosciuti a distanza, con alcuni dei quali siamo ancora in contatto.

Chi sono questi ragazzi?

Durante la guerra in Jugoslavia avevamo sostenuto un bambino che all’epoca aveva solo 2 anni: oggi lavora per una ditta di trasporti che ogni tanto lo porta in Italia. Sia con sua mamma che con lui avevamo sempre tenuto i contatti. Avevamo poi sostenuto una ragazza 16enne – ora sposata con figli – e la sua famiglia, composta da mamma e 3 fratelli. Quanti episodi da raccontare! Con entrambi i ragazzi il rapporto è stato sempre stretto, anche nel tempo, e ci siamo perfino incontrati!

Altri sostegni erano a favore di bambini che vivevano in sud America ed erano quindi tutte più difficoltose per cui la relazione è stata meno stretta anche se, comunque, portatrice di ricchezza per noi e per loro, spero, di aiuto concreto. Questi racconti hanno fatto nascere il desiderio nella più giovane dei nostri figli e così abbiamo contattato nuovamente Ai.Bi. e abbiamo avviato nuovi sostegni.

Chi sostenete oggi?

Abbiamo chiesto ad Ai.Bi. quali fossero i progetti più bisognosi al momento e così siamo stati abbinati a due bambini in Africa: in Congo e in Marocco. Abbiamo scritto ad entrambi e proprio pochi giorni fa abbiamo ricevuto le risposte. Per Nabil che vive in Marocco il nostro desiderio è quello di poter aiutare anche la sua mamma che soffre di tubercolosi. . Non sarà semplice stringere un rapporto: ma un po’ alla volta spero ci riusciremo!

Diventa sostenitore e scopri l’Adozione a Distanza con Ai.Bi.