Accordo bilaterale per le adozioni: dopo la Russia, arriva l’Ucraina

A pochi giorni dalla chiusura del primo seminario italo-russo sulle adozioni internazionali, si prospetta già la nascita di un nuovo sistema di accordi bilaterali tra Ucraina e Paesi di accoglienza dei minori, proprio sulla scia dell’esempio russo. Sembrerebbe, infatti, che anche l’Ucraina stia valutando la possibilità di lavorare con i Paesi che stipuleranno un accordo bilaterale con Kiev.

Sul fronte del caso russo, le autorità hanno definito “storico” l’accordo firmato a Mosca tra i due governi sulle adozioni internazionali. Si tratta del primo trattato sottoscritto tra la Russia e un Paese terzo e costituisce un punto di riferimento per i successivi accordi che il governo di Mosca sottoscriverà con altri Paesi.

La nuova strada tracciata dalla Federazione Russa è importante, in quanto sta diventando un modello anche per gli altri Paesi di origine dei minori, ma occorre che sia controllata dalle autorità italiane.

“Senza dubbio l’accordo rappresenta un importante strumento di garanzia per il sistema adozioni. – ha detto Marco Griffini, presidente di Amici dei Bambini – Ora però chiediamo alla CAI che sia garantito un sistema effettivamente controllato, in cui i singoli Enti che operano nel Paese rispondano ai criteri di trasparenza ed efficienza stabiliti dallo stesso Regolamento della CAI. In base all’accordo tra Italia e Federazione Russa la Commissione è garante della correttezza degli Enti stessi con le autorità di Mosca. Il controllo sull’operato degli Enti da parte della CAI diviene quindi essenziale, pena il logoramento complessivo del sistema adozioni.

Per questo ci rivolgiamo al Presidente della CAI Snetaore Carlo Giovanardi per chiedere la piena applicazione delle Linee Guida per far sì che il lavoro degli Enti sia  periodicamente esaminato. Lo strumento di controllo c’è, ma deve essere applicato.” – ha concluso Griffini.

La CAI ha a disposizione una serie di criteri per verificare l’idoneità degli Enti, stabiliti nelle stesso Regolamento emanato nel 2007. Trasparenza contabile, adeguata struttura di accompagnamento della coppia all’estero (costituita non solo da professionisti), controlli sui versamenti effettuati dalle famiglie all’estero, effettivo funzionamento del sistema delle intese tra Enti,. Sono questi i cardini per valutare la trasparenza, efficienza e correttezza degli Enti italiani.