Adozione contro aborto: ecco quante vite salvate in USA.

E’ stimato essere da 20 mila a 30 mila il numero dei minori appena nati che vengono adottati ogni anno con successo negli USA. Si tratta delle adozioni consensuali, quelle in cui la madre, direttamente al momento della nascita, dà il proprio consenso per l’adozione. La disponibilità delle famiglie per questo tipo di adozioni è importante perché in questo modo si evitano gli aborti oppure si evita che i neonati vengano immessi nel sistema nazionale di “foster care” in attesa che sia trovata una famiglia disponibile.

Negli USA l’aborto è stato introdotto nel 1973 appena dopo l’Inghilterra che fu il primo paese. Da allora gli USA sono divenuti i motori del movimento “pro-aborto” nel mondo, finanziandolo e promuovendolo in Europa (tramite associazioni di family planning, agenzie dell’ONU, quali l’Unfpa, l’Unicef e altre), ma soprattutto nel Terzo Mondo e in America Latina, fino ad attuare piani di sterilizzazione forzata, ad esempio in Brasile per mezzo di avvelenamento dell’acqua. Ed è in USA che i termini per abortire hanno subito progressivi allargamenti, fino a permettere un aborto molto tardivo, ovvero alla trentaduesima settimana.

Non è irrilevante che Norma Mc Corvey, la donna che fu protagonista del processo (“Roe v. Wade”) che in USA condusse all’introduzione dell’aborto, e che all’epoca era vittima di situazioni personali e familiari di grave sofferenza, oggi abbia cambiato orientamento e si batta per l’abolizione della legge. I costumi, la coscienza civile e le leggi cambiano nel tempo andando incontro ad evoluzione, ed è noto che il riconoscimento dei diritti umani fa parte della storia recente dell’umanità ed è anch’esso in continua evoluzione.

Il prospettare l’adozione come alternativa all’aborto e l’utilizzare ogni mezzo di informazione, formazione e sostegno per donne che si trovano ad affrontare delle gravidanze difficili e non desiderate, si inserisce nel cammino di evoluzione del riconoscimento dei diritti dell’essere umano. L’idea di promuovere le adozioni per contrastare la decisione di abortire sembra ancora lontana dalla realtà italiana. Le madri devono essere aiutate prima di tutto a tenere il proprio figlio con sé, questo è certo. Tuttavia, occorre riconoscere che l’adozione “diretta” rappresenta un’importante opportunità: la possibilità per una madre, anche molto giovane, di poter scegliere la famiglia che crescerà il suo bambino, può evitare la dolorosa decisione di abortire o di abbandonare.

Se è vero che la legge italiana riconosce la vita dell’essere umano “fin dal suo inizio” (art. 1 legge 149/1978), e se è vero che questa biologicamente inizia con il concepimento, è altrettanto vero che la possibilità che i nascituri siano adottati e trovino famiglie pronte ad accoglierli dovrebbe essere presa in considerazione sia dalla gestante in difficoltà, perché possa maturare una scelta maggiormente consapevole e non basata solo sulle “proprie” risorse, sia dalla legge, che potrebbe e dovrebbe prevedere quanto attualmente in vigore negli USA.

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