Adozione in Cassazione: pericoloso sminuire la portata della sentenza

adozione_manoA due giorni dalla pubblicazione della sentenza con cui la Corte di Cassazione ha vietato la scelta della razza dei bambini da adottare, destano preoccupazione le dichiarazioni di alcuni rappresentanti di associazioni familiari che sembrano voler smorzare un principio fondamentale riconosciuto per la prima volta dalla Suprema Corte: l’adozione non può ammettere la scelta di un bambino in base ai desideri degli aspiranti genitori.

“Le coppie che dichiarano di volere bambini solo di determinate etnie non potranno adottare.” Con questa posizione la Corte di Cassazione ha gettato le basi per una cultura dell’adozione internazionale attenta ai bisogni dei bambini senza famiglia, la maggior parte dei quali (e questo occorre tenerlo sempre presente), non sono di razza indo-europea, non sono più bimbi in fasce e possono avere dei problemi di salute.

In altre parole la Corte di Cassazione suona un campanello d’allarme: i bambini da adottare non possono e non devono trasformarsi in un “bacino” in cui c’è un’utenza che se li contende su un criterio razziale, ma bisogna invertire la prospettiva e mettersi nei panni di un bambino abbandonato, partendo dal suo bisogno di avere una famiglia disposta ad accoglierlo.

La portata storica della sentenza quindi sta proprio nel riconoscimento del principio del supremo interesse del minore, a prescindere dalle sue caratteristiche.

Fare dei distinguo ammettendo che “nessuno oggi mette in dubbio la possibilità per i genitori adottivi di avere preferenze circa l’età e lo stato di salute del figlio”, come ha evidenziato il presidente di “Famiglie per l’accoglienza” Marco Mazzi, significa ignorare il bisogno di un bambino di essere adottato indipendentemente dalla sua condizione.

Non si tratta di prendere “posizioni ideologiche di apertura a tutti i costi”, ma ammettere che adottare un bambino presuppone di per sé l’accettazione della “diversità” di un figlio che non è stato messo al mondo dall’aspirante coppia adottiva. Una coppia che non è disposta ad accettare un bambino “diverso”, non può avere la predisposizione a diventare genitore adottivo. L’adozione internazionale dovrebbe essere infatti l’espressione dell’accoglienza e dell’accettazione della diversità che caratterizza ogni bambino abbandonato.