Adozione internazionale. Anche a Mestre scoppia la primavera: riprendono le partenze a raffica

Fondamentale il ruolo dei referenti locali Ai.Bi., veri e propri angeli custodi dei genitori adottivi

La primavera è arrivata. E non solo per il clima. Sembra infatti che con l’arrivo della bella stagione (e nonostante le festività consecutive) in diverse parti d’Italia il cuore delle aspiranti famiglie adottive stia battendo sempre più forte. Anche nel Veneto, una regione messa a dura prova dalla prassi illegale dei decreti vincolati in uso da parecchi anni nel Tribunale dei minorenni di Venezia, le partenze si susseguono. A dirlo sono i dati che provengono dalla sede territoriale di Ai.Bi. – Amici dei Bambini di Mestre (VE).

Racconta infatti Alice Paolin di Ai.Bi. Veneto che “martedì 23 aprile, tornando in sede dopo le ferie pasquali, mi sono trovata sulla scrivania ben quattro adozioni. Quattro bei maschietti che finalmente potranno essere accolti dall’amore di una famiglia”.

Nel giro di pochi giorni infatti tre coppie sono partite rispettivamente verso la Cina, la Russia e il Cile. Ad essere adottati un bimbo russo di un anno e mezzo, due bimbi cinesi di quattro e cinque anni e un bimbo cileno di otto anni. “La sede operativa – spiega Alice Paolin – cerca di tenere i contatti con le proprie coppie all’estero, compatibilmente con gli stravolgimenti della vita famigliare, che l’adozione comporta. Qualche mail veloce con poche parole di gioia e una foto, che testimonia come il miracolo dell’adozione si sia avvenuto, …come sempre. Un messaggio via whatsapp con le testuali parole: ‘Stiamo benone, qui è un turbinio di nuove emozioni e ce le vogliamo vivere appieno’.”

Ma un grande lavoro, spiega ancora la Paolin, “è svolto dai nostri referenti locali, veri e propri angeli custodi dell’adozione e delle nostre coppie adottive, che accompagnano e aiutano all’estero e che mandano a noi gli aggiornamenti costanti, facendoci capire che i genitori sono in buone, anzi, in ottime mani. Credo sia fondamentale per una coppia che si accinge a compiere un passo così importante, sapere di avere al proprio fianco un professionista preparato in tutto l’iter, che conosce ogni aspetto delle procedure estere, esperto di adozioni, avendone seguite tante, e dotato di sensibilità e passione che vanno oltre il semplice ‘lavoro’”.

Questo significa anche – prosegue la referente Ai.Bi. – che in Italia le coppie sono informate, trovano confronto, sono formate, sostenute dai professionisti e dal movimento di famiglie e si ‘allenano’ ad ogni possibile situazione possa accadere, una volta ‘soli’ all’estero col proprio figlio. Ma sapere di non essere soli e di avere un angelo custode, un aiuto sempre pronto, un sostegno di giorno e di notte, che li accompagna nelle difficoltà del momento e nelle differenze culturali e linguistiche, mentre si sentono fragili e affaticati (soprattutto davanti a giudici e Servizi stranieri, che si conoscono poco) o anche perchè l’affiatamento col figlio non è una strada sempre e solo in discesa. All’estero le coppie sono aiutate e sostenute, per dedicarsi solo al proprio figlio, mentre tutta la parte della documentazione è affare del team di Ai.Bi. locale: così si può affrontare serenamente e al meglio il proprio nuovo ruolo genitoriale e imparare a diventare papà e mamma, con la consapevolezza di un alleato al proprio fianco, a cui chiedere consigli”.