Adozione internazionale e “Paesi a rischio”. Il caso della Corea del Sud

Il governo sud-coreano ha considerato a lungo le adozioni internazionali come un’importante fonte di introiti, chiedendo alle coppie straniere ingenti somme di denaro per accogliere un bambino coreano. E’ questo l’allarme che lancia Jane Jeong Trenka, autore del libro “Transnational Adoption and the Financialization of Everything” (L’adozione internazionale e il finanziamento del sistema) e fondatore dell’organizzazione “Truth and Reconciliation for the Adoption Community of Korea – TRACK” -.

L’organizzazione sta lavorando con il Governo coreano per dare voce alle storie di genitori che sono stati ingannati e hanno perso così ogni diritto sui loro figli. Nel 97% dei casi, le madri che lasciano i figli in istituto sono ragazze madri. La maggior parte di loro si trova senza un’occupazione stabile e non riesce a garantire al bambino nemmeno un pasto al giorno; per questo decide di affidare a una struttura statale o privata il bambino, con l’idea di riprenderlo con sé non appena sarà possibile garantirgli una vita dignitosa. Molte di queste madri, spesso analfabete, vengono ingannate da direttori di orfanotrofi privi di scrupoli che fanno firmare loro l’atto di abbandono con il quale si decreta l’adottabilità del minore.

Secondo Trenka il fenomeno è il risultato di politiche del Welfare inadeguate a sostenere le tante madri in difficoltà. A partire dalla fine della guerra civile, negli anni Cinquanta, migliaia di genitori hanno deciso di consegnare i loro neonati agli istituti, spinti dalle gravi difficoltà economiche in cui vivevano. Da allora non sono stati realizzati grandi progressi per sostenere le famiglie coreane disagiate e i loro figli che sono andati a ingrossare le fila di un esercito di 250.000 bambini, cresciuti ed educati da padri e madri danesi, canadesi, italiani, australiani.

Tuttavia qualcosa sta cambiando nel sistema adottivo coreano. Come evidenzia Trenka, il Parlamento sudcoreano, a partire dallo scorso marzo, sta discutendo alcune misure per rivedere l’attuale legge sulle adozioni, anche con il sostegno di organizzazioni come TRACK.