Adozione internazionale. Griffini ad Avvenire: “Soldi non spesi fatto inaccettabile: in 5 anni speso solo il 10 % dei 101 milioni stanziati”

Il presidente di Amici dei Bambini torna sui dati negativi forniti dalla CAI per il 2019

L’adozione internazionale, in Italia, è in crisi. Non è un segreto. Ma i dati relativi all’anno 2019, recentemente pubblicati dalla CAI – Commissione Adozioni Internazionali, fanno riflettere a maggior ragione, visto che è stata superata (in negativo) la soglia “psicologica” delle 1000 adozioni l’anno: 969 in totale, il 14% in meno rispetto al 2018.

Così il quotidiano Avvenire ha lanciato un servizio sul declino delle adozioni, chiedendosi e chiedendo le motivazioni di questo crollo. Tra i diversi addetti ai lavori sentiti c’è anche il presidente di Ai.Bi. – Amici dei Bambini, Marco Griffini, che ha parlato senza peli sulla lingua.

“Quelle 3.039 coppie con procedure di adozione ancora pendenti – ha detto il presidente di Amici dei Bambini – ci dicono che le adozioni aumenterebbero, e di molto, se il governo si decidesse a investire su queste potenziali nuove famiglie”.

Bisogna notare che Ai.Bi. Amici dei Bambini è tra i pochi enti che nel 2019 abbiano visto una crescita delle adozioni (del 7%) rispetto al 2018.  Griffini ha ricordato inoltre come dal 2013 al 2017 siano stati stanziati, tra il Fondo per il sostegno alle adozioni internazionali e quello per le attività di cooperazione a sostegno dell’adozione internazionale, 101 milioni di euro ma “ne sono stati spesi solo 11”.

“Se fossero stati spesi questi soldi – aggiunge Griffini – tutta la macchina del sistema adozione internazionale si sarebbe rimessa in moto e tanto anche”

“Un fatto inaccettabile – ha aggiunto Griffini – soprattutto se si pensa a quanto indispensabile sia diventato il sostegno economico per le famiglie che decidono di adottare, ma anche l’aspetto della formazione, che fatta bene e capillarmente costa”.

“I fondi non spesi – dice ancora il presidente di Ai.Bi. – si sarebbero potuti impiegare anche per un intenso programma di formazione congiunta, come fatto in passato a per tutti gli operatori del settore, a iniziare dai magistrati dei tribunali per Minorenni, poi delle equipe, dei servizi sociali fini agli addetti degli enti autorizzati. Per organizzare missioni nei paesi di origine della CAI e ospitare loro autorità e operatori, al fine di riprendere la virtuosa pressi della firma degli accordi bilaterali, che vedeva un tempo l’Italia come paese firmatario del maggior numero di accordi. Lo scandalo maggiore è che di questi 101 milioni, ben 59 sono stati stanziati per l’attuazione di progetti di cooperazione internazionale nei paesi di origine per, come richiesto dall’ AJA, il “principio di sussidiarietà”: ebbene ne sono stati spesi solo 848 mila euro. Il sistema della adozione internazionale avrebbe ripreso vigore ? Altroché!!”