veneto. 420mila euro per il sistema regionale adozioni

Adozione internazionale. Il venerdì della accoglienza? La rubrica dell’amore

Ogni bambino abbandonato, in cerca di famiglia, da 0 a 17 anni, in qualsiasi parte del mondo si trovi, deve avere una concreta possibilità di speranza: Ai.Bi. gliela vuole donare!

veneto. 420mila euro per il sistema regionale adozioniA partire dallo scorso gennaio Ai.Bi. ha inaugurato sul proprio sito web, una nuova rubrica dal titolo “Il venerdì dell’accoglienza”.

“Thanks God it’s Friday” (“Grazie a Dio è venerdì”) titolava un vecchio film degli anni ’70, siamo tutti felici quando arriva il venerdì, preludio di due giorni di riposo o al contrario di divertimento, ma comunque dedicati a fare ciò che più ci piace e ci fa stare bene. Così noi abbiamo pensato che in questi due giorni potesse trovare posto anche una riflessione sui bambini abbandonati nel mondo, su coloro che disperatamente cercano ancora una famiglia che li accolga. Qualche scampolo del weekend dedicato all’incontro con un bambino, che magari stavamo “disperatamente” cercando o che invece era fuori dai nostri pensieri, ma inaspettatamente si è presentato, facendo capolino tra le migliaia di notizie e pagine internet che stavamo guardando, suscitando in noi, con il suo bisogno di amore, il desiderio di accoglierlo.

I protagonisti della nostra rubrica sono bambini e adolescenti, da 0 a 17 anni, con bisogni cosiddetti “speciali”, cioè quei bambini e ragazzi che, secondo la definizione ufficiale, hanno superato un’età appetibile per l’adozione per la maggior parte degli adottanti, oppure fanno parte di una fratria, o ancora presentano problemi di salute fisica o mentale o problemi di tipo comportamentale causati dal trauma vissuto. Questi bambini, a differenza di tanti loro coetanei che vanno in adozione con procedure di abbinamento diretto, stazionano più a lungo nelle liste di attesa, proprio a causa dei loro bisogni speciali e spesso vengono dimenticati o semplicemente trascurati, perché si fa più fatica a capire di quale malattia soffrono, costa tempo e denaro fare una diagnosi corretta dei loro bisogni, serve maggiore dedizione ed energia per cercare la famiglia giusta per loro, e più il tempo passa e più diventa difficile ed oneroso. Ma loro, i diretti interessati, che colpa ne hanno? Se potessero agire in prima persona utilizzerebbero tutte le loro strategie per farsi notare, per far capire che nonostante tutto sono solo bambini che hanno bisogno di una famiglia tutta per loro, nella quale sentirsi figli.

Quindi dalle autorità preposte dei vari paesi di origine in cui lavoriamo, che talvolta, fortunatamente, hanno dei programmi specifici dedicati ai bambini in attesa di adozione, noi raccogliamo alcune storie e le trasformiamo in appelli per la ricerca di una mamma e di un papà. Ci facciamo portavoce dei loro desideri, dei loro sogni e dei loro bisogni: che sia un bambino piccolo con gravi problemi, o un adolescente sulla soglia della maggiore età, o ancora un gruppo di fratelli anche se numeroso, a nessuno di loro va negata la speranza di essere preso in considerazione, tutti dovrebbero essere visti e ascoltati.

La sezione del sito è dedicata soprattutto alle coppie che sono già in possesso del decreto di idoneità all’adozione internazionale, perché in questo modo si può iniziare concretamente la procedura adottiva, ma l’invito alla consultazione è valido per tutti coloro che si sentono in qualche modo chiamati all’accoglienza: costoro diventano la nostra eco, possono propagare e diffondere gli appelli di questi bambini, laddove noi non arriviamo direttamente.

Adozione internazionale e venerdì dell’accoglienza: gli appelli pubblicati

Ad oggi abbiamo pubblicato 20 appelli, la maggior parte di quali dal Sudamerica e per un bambino cinese ed un gruppo di 4 fratelli colombiani, dopo la proposta concreta di abbinamento, ora è in corso la procedura di adozione, purtroppo dilatata nel tempo a causa della pandemia.

Dietro ogni storia che raccontiamo, c’è una vita, c’è una persona, ci sono Manuel, Kristina, Tong, i nomi sono di fantasia, ma la loro storia e il loro desiderio di famiglia sono reali; dietro ai loro nomi c’è un volto, che speriamo presto di poter mostrare a corredo delle loro storie, perché siamo convinti che in quanto esseri umani, la nostra relazione inizia proprio a partire dalla nostra umanità, visibile sui nostri volti, riflessa nei nostri occhi, contenuta nei nostri sorrisi e i sorrisi di questi bambini andranno dritti al cuore di coloro che, guardandoli, si sentiranno chiamati ad essere i loro genitori.

Monica Colombo

Ufficio Adozioni Internazionali – Ai.Bi. – Amici dei Bambini