Adozione internazionale. “IlSole24Ore” intervista la vice-Presidente Laera: la CAI esce da un letargo durato 3 anni. In estate l’apertura di nuovi Paesi

Adozione internazionale e nuove prassi: dalla digitalizzazione della pratica adottiva alla riattivazione della linea di ascolto e informazione, la vicepresidente Laura Laera sembra accogliere anche le richieste degli enti di aprirsi a nuovi Paesi…

Adozioni nel web: ecco la principale novità della Commissione Adozioni Internazionali, che rinnova le sue attività sotto le direttive della vicepresidente Laura Laera, superando un lungo “periodo di pausa”.

Le numerose richieste di informazioni e contatti da parte delle famiglie che affrontano il percorso adottivo sono state ben recepite sia dagli enti che dalla Commissione, che, con la digitalizzazione delle procedure, rende il suo operato sempre più fruibile. Il “fascicolo trasparente” sarà un modo per conoscere lo stato dell’arte della domanda di adozione e controllarne la progressione: con un sistema di identificazione (SPID) sarà possibile accedere alle informazione tramite il sito della Commissione, che si sta già adoperando per ovviare alle richieste delle famiglie.

A questa novità si aggiunge la riattivazione della linea di ascolto e informazione che risveglia definitivamente la Commissione da un letargo di tre anni, alla cui regolare ripresa d’attività ha provveduto la vicepresidente Laura Laera che, dal suo insediamento in giugno 2017, ha fatto in modo che la Commissione rimborsasse le spese delle famiglie relative all’anno 2011 e liquidato i progetti di cooperazione 2012-2014.

Una boccata d’aria nuova, avvertita anche dagli enti autorizzati che, negli ultimi anni, hanno visto un numero importante di Paesi chiudersi alle frontiere dell’adozione; l’ultimo ad aver annunciato questa sua decisione è stato il Parlamento di Addis Abeba che ha cancellato l’Etiopia dalla lista dei Paesi favorevoli all’adozione internazionale.
Rientra, questa chiusura, tra le motivazioni da annoverare nel calo dell’adozione: a queste, si sommano il calo demografico, la gratuità della fecondazione assistita ma soprattutto la faticosa crisi economica internazionale che ha avuto i suoi colpi di coda anche nell’accoglienza di minori.

Se nel 2015 sono stati 2.216 i bambini ad aver trovato l’amore di una famiglia italiana, i 1.500 minori del 2017 confermano il drastico calo che ha colpito il mondo dell’adozione: solo due anni fa l’Italia seguiva, per numero di adozioni, la potenza statunitense; ad oggi, invece, la sua posizione in classifica è drasticamente calata.

La mancanza di nuovi accordi bilaterali con altre nazioni si somma alle chiusure dei Paesi e lascia gli enti autorizzati  piuttosto interdetti dinanzi al numero di minori abbandonati negli istituti: “Gli stop esteri pesano –  commenta Marco Griffini, presidente dell’Associazione Ai.Bi. Amici dei Bambini – sono anni che non si aprono canali nuovi con i Paesi. È un problema soprattutto per l’Africa, dove i minori abbandonati sono milioni: se ne stimano 2,5 milioni in Kenya e 8 in Repubblica Democratica del Congo”.

Si cominciano così a concretizzare le speranze dei 62 enti autorizzati, che hanno presentato più di 150 richieste di autorizzazione per operare in nuovi Paesi: “A tale riguardo – afferma Laera – stiamo mettendo a punto gli studi-Paese per verificare tutte le opportunità e organizzando missioni all’estero”. L’obiettivo è di esaminarle entro l’estate. L’operato della vice-Presidente comincia così a dare i suoi primi risultati.

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