Adozione internazionale: “Situazione grave, facciamo in fretta”. Avvenire intervista Laera ( CAI ) e Griffini (Ai.Bi.)

Caos adozioni: presidente è Conte, ma le deleghe a Fontana–  titola oggi, 13 luglio, Luciano Moia su Avvenire  – “Segnali confusi dal governo: il premier resta presidente della Commissione (CAI) ma le deleghe sono andate al ministro della Famiglia. Gli Enti “ma cosa significa? Intanto i problemi rimangono”.  Laera dalla CAI ribadisce “situazione grave, facciamo in fretta”!

Chi avrà in mano,fatto, la regia delle operazioni e il controllo delle attività della CAI, Fontana o Conte? Non vorremmo dover rivivere neppure in parte il calvario patito negli ultimi cinque anni” è la preoccupazione di Griffini, presidente di Ai.Bi..

Adozioni. Non migliora l’emergenza Il premier alla guida della Cai deleghe al ministro Fontana.” – E’ questa la preoccupante conclusione alla quale giunge Luciano Moia, nell’articolo pubblicato oggi, 13 luglio, su AVVENIRE “Adozioni, allarme infinito. Dal governo segnali confusi”.

“Nuovo governo, nuova politica anche per le adozioni? Chi può dirlo?”  Di certo oggi, a un mese e mezzo dalla formazione del nuovo governo, c’è che è stato affrontata il tema della crisi delle adozioni internazionali in Italia con l’aggiunta di una “postilla” ad una legge già esistente che sembra pensata per generare confusione tra ruoli e responsabilità all’interno di una sofferente Commissione Adozioni Internazionali.

Il decreto comparso l’altro giorno in Gazzetta Ufficiale conferma” – scrive Luciano Moia –  “che al vertice della Commissione adozioni internazionali (CAI) rimane il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. E questo è proprio quanto previsto dalla legge. Peccato che nello stesso documento si aggiunga che il ministro per la famiglia e le disabilità (Lorenzo Fontana), «è delegato ad esercitare funzioni di indirizzo, di coordinamento e di promozione di iniziative in materia di adozioni di minori italiani e stranieri». Ma come è possibile? Che significato attribuire a deleghe, comunque vaghe, che si sovrappongono o si affiancano a una presidenza peraltro confermata?

Gli Enti Autorizzati” – continua Moia – “chiedono conto di questo inedito duopolo” sancito da una nuova e inattesa “apostilla” che sembra pensata per far confusione su chi risolleverà il destino della Commissione e delle adozioni internazionali.

“Tra gli altri Marco Griffini, presidente di Aibi, ha fatto notare il rischio sovrapposizione: «Chi avrà in mano, di fatto, la regia delle operazioni e il controllo delle attività della Cai, Fontana o Conte? Non vorremmo dover rivivere neppure in parte il calvario patito negli ultimi cinque anni ha dichiarato Griffini con l’assenza di un presidente politico della Commissione che creda davvero nella bellezza possibile della scelta adottiva, e sia perciò in grado di fornire da subito una spinta propulsiva all’intero sistema».

Forte la preoccupazione di Laura Laera, attualmente vicepresidente della Commissione, che ribadisce: situazione grave, facciamo in fretta!

“Da un anno a questa parte il rischio è stato scongiurato grazie all’impegno di Laura Laera, già presidente del Tribunale dei minorenni di Firenze, nominata nel maggio 2017 alla vicepresidenza della Commissione.” – continua Moia –  “Di fatto il vertice operativo del nostro sistema delle adozioni. Dopo oltre tre anni di paralisi assenza di riunioni, situazione amministrativa confusa, contatti con gli enti e con le famiglie sospesi, funzionari e dirigenti non rinnovati Laera ha rimesso in piedi la struttura, ha preso in esame le istanze pendenti (oltre 150), ha stabilito nuovi contatti internazionali, ha concluso una convenzione con la Guardia di finanza per la verifica delle attività economiche degli enti, ha riaperto il canale dei rimborsi alle famiglie, ha attivato il fascicolo via web per “l’adozione trasparente”. E dal settembre 2017 la CAI si riunisce in media ogni due mesi. Ma non basta ancora. Serve al più presto un momento di verifica collettiva che mette intorno allo stesso tavolo addetti ai lavori, enti, famiglie, esperti. Obiettivo quello di ridare significato e prospettive a un sistema che, dopo il crollo delle adozioni e in un mutato quadro internazionale, non potrà più essere come quello di prima ma non potrà neppure essere condannato all’insignificanza. Anche perché, al di là della situazione italiana, dai bambini senza famiglia si leva ancora a livello mondiale un grido d’aiuto di dimensioni vastissime.”

Un grido che tradotto in cifre mostrano un’emergenza abbandono che non accenna ad arrestarsi “Secondo i dati dell’International Social Service sarebbero quasi tre milioni i minorenni costretti a vivere negli istituti e addirittura 140 milioni (dati Unicef) i bambini senza genitori. Qual è stata la risposta delle società del benessere a questo bisogno quasi infinito? Nel 2016, ultimo dato disponibile, sono stati adottati in tutto il mondo solo 11 mila bambini, di cui oltre 5mila negli Stati Uniti e 1.872 in Italia. Pochi, certo, ma bisogna considerare che negli ultimi dieci anni il crollo della adozioni è stato del 75 per cento.

Evidente allora l’urgenza di ripensare il sistema degli aiuti. «Ho pensato di organizzare il prossimo 19 ottobre un convegno sulla sostenibilità del sistema adozioni internazionali, anche alla luce dell’esigenza di trovare nuovi strumenti per l’accoglienza dei minori stranieri in stato di abbandono». La bozza del convegno è stata consegnata proprio ieri alla segreteria della presidenza del Consiglio. Nei prossimi giorni l’annuncio ufficiale. «In questo quadro profondamente mutato riprende Laura Laera è evidente che il sistema delle adozioni da solo non può reggere l’impatto. Per andare incontro alle esigenze dei Paesi di provenienza occorre avviare piani di cooperazione internazionali e, allo stesso tempo, coordinare in modo più efficace i nostri interventi. Bisogna altresì pensare a nuovi strumenti di accoglienza da affiancare all’adozione internazionale. Anche le nostre famiglie sono cambiate e da vari Paesi di provenienza arrivano quasi unicamente bambini special needs. Occorre accompagnare diversamente i genitori adottivi con un’attenzione più costante al post-adozione».

Un quadro complesso insomma, con tanti problemi che si intrecciano e che esigono una chiarezza di intenzioni anche da parte della politica” quello delle adozioni internazionali oggi. E a dirlo sono i numeri di ingressi di minori stranieri adottati in Italia. Dal record delle adozioni internazionali del 2010, con 4.130 minori stranieri adottati da coppie italiane, si è passati in 7 anni al minimo storico dei 1439 minori adottati nel 2017… e il 2018 non fa ben sperare, anzi!

“Il tempo perso è già stato tanto. Vietato indugiare ancora.” – intima  L. Moia, che da anni ha a cuore le sorti delle adozioni internazionali, rimaste troppo a lungo “la cenerentola” della politica e dei governi italiani.

Leggi l’articolo integrale su Avvenire