Bulgaria: 13mila i bambini abbandonati, ma le adozioni internazionali diminuiscono ogni anno. Il Corriere della Sera spiega “perché”.

Il business dell’ affido. Krasimira (referente di  Ai.Bi.) : “L’anno scorso siamo riusciti a portare a termine l’adozione di una bambina di 16 anni, che era stata abbandonata alla nascita. Sedici anni ci sono voluti!”

In Bulgaria i fondi europei per l’affido sono una manna per molte famiglie in cerca di soldi: accogliere è diventato un business (permanente) e pochi trovano una famiglia vera. Ma qualcuno ce la fa!

E’ questa la conclusione alla quale giunge dopo  Monica Ricci Sargentini in un’inchiesta per il Corriere della Sera  “Cento Giorni in Europa, Sofia, Bulgaria. Bambini in attesa di una famiglia” pubblicata online e sul numero del Corriere oggi, 20 marzo, in edicola. 

Nonostante più di 13 mila bambini senza famiglia le adozioni internazionali in Bulgaria diminuiscono di anno in anno, passando dalle 326 adozioni realizzate nel 2016 alle 306 nel 2017 fino alle 290 nel 2018. Anche i tempi delle procedure adottive si sono allungati.

Con l’ingresso nell’Unione Europea, nel 2007, la Bulgaria ha beneficiato di diversi milioni di euro per avviare la chiusura degli orfanotrofi. Degli 80 istituti funzionanti nel 2010, oggi sono rimasti aperti solo 12 orfanotrofi e l’ultimo chiuderà nel 2025. Un ottimo risultato che ha, però, creato un’altra grande stortura nel sistema di protezione dell’infanzia bulgara fuori famiglia: i fondi europei, 136,5 milioni di leva solo per il periodo 2015-2020 (circa 70 milioni di euro), sono diventati un modo come un altro per combattere la disoccupazione, soprattutto nei piccoli villaggi dove i soldi che una famiglia riceve per accogliere un bambino in affido temporaneamente, circa 1100 leva al mese (550 euro), sono visti come una vera manna dal cielo.

«È stato giusto togliere i bambini dagli Istituti — ha spiegato Krasimira Natan, avvocata appassionata, che lavora da 15 anni per Ai.Bi., intervistata da Monica Ricci Sargentini —  infatti oggi il neonato (abbandonato) entra subito in una famiglia affidataria. Il problema è che rischia di rimanerci tutta la vita perché questo è diventato un lavoro».

In Bulgaria ci sono 2.198 famiglie affidatarie che accolgono ogni anno più di 2 mila bambini. Famiglie che, spesso, vivono in villaggi a bassa densità di popolazione e con alto tasso di disoccupazione dove i bambini vengono scolarizzati per modo di dire. “Alcuni a 11-12 anni non sanno nemmeno leggere” – spiega Krasimira – “Per diventare genitori affidatari basta seguire un corso di 36 ore, avere due lettere di referenze, possedere una casa abbastanza grande e la fedina penale pulita. Non è previsto un limite d’età per chi accoglie. La legge prevede sei mesi di tempo per decidere se il piccolo può tornare nella famiglia d’origine o se deve essere adottato — ma poi può essere sufficiente un’ordinanza del ministero degli Affari Sociali per far slittare la decisione di adottabilità. Così il bambino diventa un ragazzo, si affeziona alla famiglia affidataria e non vuole più essere adottato.

Se i tempi si allungano a dismisura l’adozione diventa tutta in salita: “L’anno scorso — aggiunge Krasimira – siamo riusciti a portare a termine l’adozione di una ragazzina di 16 anni che era stata abbandonata alla nascita. Sedici anni ci sono voluti! In un villaggio una donna di 72 anni ha tenuto una bambina dai sei mesi ai nove anni finché non riusciva più a starle dietro e finalmente è stata adottata”.

Un viaggio quello dell’adozione che hanno compiuto nel 2016 Nicola, che oggi ha 13 anni, e Antonio che ad aprile ne compirà 11. Oggi vivono in provincia di Salerno, insieme a mamma Maria e papà Pasquale, coppia adottiva di Ai.Bi.. «Loro ci hanno sempre riconosciuto come genitori — racconta papà Pasquale —. “Mi dicono papà grazie di esistere e di averci accolto, qui è così bello e siamo così contenti. Io se potessi ne adotterei altri cento”.

L’anno prossimo finiranno gli stanziamenti europei, ma il governo, assicura che non ci saranno cambiamenti.

Leggi l’inchiesta di Monica Ricci Sargentini  “Cento Giorni in Europa, Sofia, Bulgaria. Bambini in attesa di una famiglia”