Adozioni in RDC. Sottosegretario Amendola: “Sinora sono riusciti a raggiungere l’Italia molti meno bambini di quelli adottati da coppie di altri Paesi”

amendola pd

Sinora  sono riusciti a raggiungere l’Italia molti meno bambini di quelli adottati da coppie di altri Paesi” . E’ netto il  sottosegretario Vincenzo Amendola, con delega alle Adozioni Internazionali nella sua risposta all’interrogazione presentata dal deputato Emanuele Scagliusi (M5S) inerente il “mistero” dei numeri dei bambini pronti per arrivare in Italia dalla Repubblica democratica del Congo; E ancora l’inefficienza della Cai, che non si riunisce da due anni lasciando minori e famiglie in attesa di riposte che purtroppo non arrivano.

L’ente omologo della CAI in Francia, ossia il Dipartimento per le adozioni internazionali – scrive Scagliusi – , pubblica ogni anno relazioni suddivise per Paese di origine,  zona geografica, fascia di età, ente autorizzato e tipo di procedura, nel domandarsi perché ciò non possa avvenire anche per l’Italia e per le famiglie italiane, auspica “una maggiore collaborazione delle autorità con le famiglie stesse per tutti i casi di adozioni internazionali, di cui si deve registrare purtroppo una diminuzione”.

Il sottosegretario Amendola dopo aver ricordato come il tema dell’interrogazione di Scagliusi “sia stato già sollevato anche da altri parlamentari” rileva la mancanza di altri canali comunicativi oltre alla Farnesina, mentre il principale canale comunicativo sarebbe la CAI che, come ricordato, non si riunisce da due anni.

Fin dall’inizio della vicenda del blocco delle adozioni nella Repubblica Democratica del Congo – scrive Amendolail MAE  ha costantemente sensibilizzato le Autorità congolesi, sia per il tramite del nostro Ambasciatore a Kinshasa, sia personalmente con il Ministro degli Esteri che più volte ha richiamato l’urgenza e la delicatezza sul piano umanitario di questa vicenda, nel corso dei suoi colloqui con il suo omologo”.

Nel maggio 2015, su richiesta delle Autorità congolesi, i Paesi coinvolti nel blocco hanno trasmesso le liste dei procedimenti sospesi. In questa fase, l’Ambasciata d’Italia a Kinshasa si è adoperata costantemente affinché i rapporti con le Autorità congolesi potessero mantenersi in uno spirito di fattiva collaborazione.

Al tempo stesso, la Farnesina ha continuato a rappresentare un costante punto di riferimento per le numerose famiglie –precisa Amendola – che chiedevano informazioni sugli sviluppi della situazione, in assenza di altro canale informativo. Centinaia e centinaia di telefonate e mail sono state pazientemente gestite dal Ministero degli Esteri, in uno spirito di continua attenzione alla sofferenza delle famiglie e alla delicatissima dimensione umana di questa annosa vicenda”.

In definitiva, il sottosegretario Amendola precisa che “si tratta di 80 bambini adottati da coppie italiane (8, più 6 più 66) autorizzati a lasciare il Paese dalle Autorità congolesi. Auspichiamo che i bambini possano presto abbracciare in Italia i genitori adottivi. Tuttavia sono sinora riusciti a raggiungere l’Italia molti meno bambini di quelli adottati da coppie di altre nazionalità: a partire dallo sblocco parziale del 2 novembre 2015, infatti a fronte di solo 17 bambini che sono riusciti a partire effettivamente per l’Italia, hanno lasciato la RDC 230 bambini di coppie statunitensi e 90 di coppie francesi”.

La Farnesina come e per il nostro compito istituzionale, continua in ogni caso ad ascoltare le famiglie –conclude –, a incoraggiare i genitori adottivi, a sostenerne le speranze e a impegnarsi a tutti i livelli, e in particolare prima nostra funzione attraverso l’Ambasciata in Kinshasa, nell’opera di sensibilizzazione delle Autorità congolesi, auspicando che nei prossimi giorni avremo ulteriori novità”.

Riportiamo la versione integrale della risposta del sottosegretario Amendola.

Interrogazione a risposta immediata n. 5-08126 Scagliusi: Sulle autorizzazioni

all’adozione di minori rilasciate dalla Repubblica Democratica

del Congo.

TESTO DELLA RISPOSTA

  1. Come noto, fin dall’inizio della vicenda del blocco delle adozioni nella Repubblica Democratica del Congo, il Ministero egli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale ha costantemente sensibilizzato le Autorità congolesi, sia per il tramite del nostro Ambasciatore a Kinshasa, sia personalmente con il Ministro degli Esteri che più volte ha richiamato l’urgenza e la delicatezza sul piano umanitario di questa vicenda, nel corso dei suoi colloqui con il suo omologo. Oltre 150 sono state le famiglie italiane coinvolte (settembre 2013), con procedure rimaste bloccate a diversi stadi di avanzamento dei loro rispettivi dossier.
  2. Un primo gruppo di 38 coppie che a quel momento avevano completato l’iter di adozione erano già, sia per legge italiana che per quella congolese, genitori adottivi a tutti gli effetti. A 7 di queste coppie, nell’autunno 2013 fu consentito, eccezionalmente, di tornare in Italia con i bambini adottati.
  3. Le altre 24 coppie (per 31 bambini) che erano comunque volate a Kinshasa per stare accanto ai futuri figli adottivi a causa del perdurare del blocco furono costrette a rientrare in Italia. Tale gruppo è poi riuscito a portare i bambini in Italia il 28 maggio 2014 con un volo di Stato, a seguito di un intervento di sensibilizzazione del Presidente del Consiglio direttamente sul Presidente Kabila. Le altre 7 coppie non partirono per la RDC su indicazione prudenziale ricevuta dall’Ente di riferimento. I bambini adottati da queste coppie sono poi giunti in Italia il 20 novembre 2015.
  4. Nel frattempo, il 25 settembre 2014 le Autorità congolesi avevano rinnovato il blocco « sine die », decretato un anno prima. Nel maggio 2015, su richiesta delle Autorità congolesi, i Paesi coinvolti nel blocco hanno trasmesso le liste dei procedimenti sospesi. In questa fase, l’Ambasciata d’Italia a Kinshasa si è adoperata costantemente affinché i rapporti con le Autorità congolesi potessero mantenersi in uno spirito di fattiva collaborazione.
  5. Al tempo stesso, la Farnesina ha continuato a rappresentare un costante punto di riferimento per le numerose famiglie che chiedevano informazioni sugli sviluppi della situazione, in assenza di altro canale informativo. Centinaia e centinaia di telefonate e mail sono state pazientemente gestite dal Ministero degli Esteri, in uno spirito di continua attenzione alla sofferenza delle famiglie e alla delicatissima dimensione umana di questa annosa vicenda.
  6. Tra la fine di giugno e l’inizio di luglio 2015 la Commissione Interministeriale congolese, costituita da tutti i ministeri di Kinshasa che si occupano della questione (Interno, Esteri, Giustizia e Famiglia) per riesaminare i casi pendenti, ha concluso l’esame di un primo gruppo relativo a un centinaio di casi di adozione.
  7. Finalmente il 2 novembre 2015, il Ministro della Giustizia congolese ha annunciato che 69 bambini, le cui procedure di adozione erano state definitivamente approvate alla suddetta Commissione potevano lasciare il Paese. Del gruppo facevano parte anche 10 bambini adottati da altrettante famiglie italiane – purtroppo giunti in Italia solo il 14 gennaio scorso.
  8. Il 24 febbraio è stato deciso lo sblocco di 8 altre adozioni italiane e il 2 marzo di un altro gruppo di 6 bambini, numeri molto esigui rispetto ai casi di bambini sbloccati adottati da coppie statunitensi (58) e francesi (54). Secondo quanto riferito dalle Autorità congolesi, la documentazione della maggior parte delle pratiche italiane risultava infatti incompleta, nonostante il continuo flusso d’informazione assicurato dall’Ambasciata d’Italia in Kinshasa e naturalmente dalla Farnesina, per nostra competenza.
  9. A seguito del continuo impegno dell’Ambasciata italiana nella RDC, l’8 marzo 2015 infine è stato deciso lo sblocco di un altro gruppo riguardante 66 bambini adottati da sole coppie italiane. Ancora una volta, le informazioni del caso (in particolare lista dei minori), sono state tempestivamente come è d’uopo trasmesse alla CAI, in vista di un auspicabile celere seguito per quanto riguarda gli adempimenti di competenza della Commissione.
  10. In definitiva, si tratta di 80 bambini adottati da coppie italiane (8, più 6 più 66) autorizzati a lasciare il Paese dalle Autorità congolesi. Auspichiamo che i bambini possano presto abbracciare in Italia i genitori adottivi. Tuttavia sono sinora riusciti a raggiungere l’Italia molti meno bambini di quelli adottati da coppie di altre nazionalità: a partire dallo sblocco parziale del 2 novembre 2015, infatti a fronte di solo 17 bambini che sono riusciti a partire effettivamente per l’Italia, hanno lasciato la RDC 230 bambini di coppie statunitensi e 90 di coppie francesi.
  11. La Farnesina come e per il nostro compito istituzionale, continua in ogni caso ad ascoltare le famiglie, a incoraggiare i genitori adottivi, a sostenerne le speranze e a impegnarsi a tutti i livelli, e in particolare prima nostra funzione attraverso l’Ambasciata in Kinshasa, nell’opera di sensibilizzazione delle Autorità congolesi, auspicando che nei prossimi giorni avremo ulteriori novità.