Adozioni internazionali: ANFAA, meglio selezionare le coppie; Ai.Bi., meglio accompagnarle: due logiche a confronto

Prosegue il confronto sull’argomento della ‘idoneità del cuore’ e dell’accompagnamento delle coppie aspiranti, proposta da Ai.Bi. La rivista Prospettive Assistenziali ha pubblicato sul n. 177, gennaio-marzo 2012, la nuova replica di Anfaa alle dichiarazioni di Marco Griffini, presidente di Ai.Bi., pronunciate il 9 gennaio scorso a favore del passaggio dalla cultura della selezione delle coppie a una cultura della valorizzazione e dell’accompagnamento delle stesse.

Proponiamo la nuova replica di Anfaa e la risposta di Ai.Bi.

Anfaa. «Precisiamo in primo luogo che nell’articolo apparso sullo scorso numero di Prospettive assistenziali si segnalava che «altre violenze inferte a bambini adottati» sono contenute nell’articolo di Francesco Santanera “Le drammatiche conseguenze dell’adozione ‘fai da te’: un monito per il nuovo Parlamento”, pubblicato sul n. 153, 2006 di questa rivista.

In detto articolo venivano segnalati altri inquietanti fatti. Ad esempio lo sfruttamento da parte di A. D. M. di Caserta della figlia adottiva di 17 anni, costretta a prostituirsi, come riferito da La Repubblica del 28 aprile 1989, nonché i maltrattamenti subiti da quattro minori adottati dall’insegnante M. B. e le penose condizioni di vita imposte a undici bambini disabili adottati e rinchiusi nello Stato dell’Ohio dentro gabbie larghe e alte poco più di un metro, come segnalato da La Stampa del 14 settembre 2005.

È sufficiente leggere il libro di Jolanda Galli e Francesco Viero, Fallimenti adottivi – Prevenzione e riparazione, per avere la conferma dell’assoluta necessità della selezione/preparazione (e non solo accompagnamento, come scrive Griffini) degli aspiranti adottanti per evitare i gravi e spesso irreparabili danni provocati dall’adozione di minori da parte di soggetti inidonei, danni che rovinano la vita anche degli adulti.

D’altra parte, considerato l’elevato numero di richieste di adozione da parte delle coppie, non si comprende in base a quali motivi logici non debbano essere predisposte iniziative di selezione/preparazione in modo da affidare il bambino, che spesso ha subito i deleteri effetti della carenza di cure familiari, a coloro che forniscono le maggiori garanzie».

Ai.Bi. «Per accompagnamento delle coppie Ai.Bi. intende una preparazione continua dei coniugi aspiranti all’adozione internazionale, secondo un percorso che non li abbandoni una volta terminata la procedura per ottenere l’idoneità.

Se osserviamo l’attuale preparazione delle coppie notiamo infatti che tutti gli sforzi del settore sono concentrati sul ‘prima’, ovvero sulla fase preliminare all’atto di adozione del bambino; si tratta di un’impostazione estremamente rigida, che si svolge in modalità selettive, mettendo le coppie alle corde per poi lasciarle sole nelle fasi ‘durante’ e ‘dopo’ l’adozione. Inoltre l’attuale sistema crea un controsenso: è molto difficile superare il ‘prima’, per via del controllo spietato dei Tribunali per i Minorenni, ed è molto facile procedere nella fase ‘durante’, dal momento che qualunque associazione può ottenere l’autorizzazione ad essere ente per le adozioni internazionali.

Ai.Bi., al lavoro su una riforma di legge dell’adozione internazionale, propone:
– di eliminare l’idoneità emessa per via giudiziaria e di abolire il ruolo del tribunale;
– di operare un passaggio dal regime di protocollo a un regime di convenzioni per l’accompagnamento;
– che siano i servizi locali e gli enti autorizzati, in un percorso congiunto, a seguire la coppia dalla dichiarazione di disponibilità alla formazione, fino alla dichiarazione dell’idoneità e al conferimento del pre-incarico, all’abbinamento con il minore adottabile e alla fase di post-adozione;
– di regionalizzare gli enti autorizzati, per il principio secondo il quale gli enti potranno operare solamente nella regione dove hanno una sede operativa.

La cultura di selezione in vigore procede dal pensiero distorto secondo cui l’adozione internazionale è vista come un problema della coppia che ricerca un figlio, non come un problema del minore abbandonato.

Una critica alla replica soprastante, nella frase: “considerato l’elevato numero di richieste di adozione da parte delle coppie”. Purtroppo le domande di adozione sono calate: dal 2006 al 2010, nell’arco di 4 anni, le richieste di adozione nazionale sono calate del 35% (da 16.234 a 10.611); le domande di adozione internazionale invece del 32% (da 7.652 a 5.576) [dati Centimetri/La Stampa].

Da questo si comprende come la proposta di Ai.Bi. proceda verso la valorizzazione di ogni coppia aspirante, vista come grande risorsa di accoglienza. La selezione infatti non ha nulla a che fare con la preparazione e l’accompagnamento: ne è esattamente l’antitesi. Infatti non vede nella coppia una preziosa risorsa per il bambino abbandonato. La selezione non valorizza la coppia aspirante: la distrugge».