Adozioni internazionali. Fontana (Ministro Famiglia ): urge un piano Marshall. Nel 2018 le adozioni in Italia scenderanno sotto quota 1000

Prima uscita pubblica del Ministro della Famiglia, Lorenzo Fontana, sul fronte dell’adozione internazionale.  Nel corso dell’audizione alla Commissione Affari Sociali dello scorso 26 luglio, Fontana, lancia un grido d’allarme “di questo passo nel 2018 per la prima volta in Italia le adozioni scenderanno sotto quota mille”.

L’Italia si conferma un Paese di grande accoglienza, con una significatività non solo nei numeri ma anche per la generosissima disponibilità ad adottare bambini con disabilità, cosa che mi ha fatto sentire particolarmente orgoglioso di essere italiano” – per Fontana il default delle adozioni internazionali non risiede dunque nella mancanza di disponibilità delle coppie adottive – “E’ innegabile, tuttavia, che negli ultimi anni ci sia stata una sensibile contrazione delle adozioni nel nostro Paese, trend, comunque, confermato a livello mondiale. Nel 2018 le stime ci dicono che per la prima volta in Italia le adozioni scenderanno sotto quota 1000, anche se il nostro rimane tra i principali Paesi di accoglienza, secondo soltanto agli USA […] c’è chi fa ricadere la responsabilità sulla politica, sul disinteresse da parte delle istituzioni centrali […] emergono però anche altre motivazioni: vanno dalla crisi economica che rende difficilmente sostenibili i costi, forse eccessivi talvolta delle adozioni; i tempi non brevi delle adozioni stesse e forse talvolta non prevedibili […]”.

Venendo a formulare alcune proposte concrete” – continua Fontana – “mi risulta sia molto sentita un’esigenza di formazione e informazione qualificata per i candidati adottanti […] anche sui tempi di istruttoria si deve intervenire, al momento variano da Regione a Regione in base all’organizzazione dei servizi sociali e psicologici e delle prassi operative adottate dai Tribunali competenti […] Tra attività istruttoria e decreto alle coppie si impiega più di un anno, sarebbe allora utile avviare un tavolo tecnico permanente di confronto anche con i rappresentati delle Regioni per razionalizzare, snellire e coordinare le attività di formazione e processi di valutazione […] ormai assistiamo all’arrivo di bambini sempre più grandi accolti da genitori non più giovanissimi … per questo è ancora più importante formalizzare forme di supporto nel post adozione, con attenzione alla scolarizzazione del minore rafforzando le linee d’indirizzo sul diritto allo studio dei minori adottati […] Bisogna anche consolidare la disponibilità all’ascolto alla CAI e agevolare la possibilità per le famiglie di confrontarsi anche con soggetti terzi su eventuali difficoltà, si potrebbe, ad esempio, coinvolgere la rete dei garanti regionali per l’infanzia.

Sul fronte enti autorizzati, rapporti con le Autorità straniere e interventi di cooperazione nei Paesi d’origine, il Ministro della Famiglia si è così espresso “Nella realtà italiana in questi anni si è verificata una spropositata proliferazione di enti, abbiamo 62 enti autorizzati ed un unico ente pubblico, il che si traduce in una disomogenea qualità d’intervento nella fase di formazione, sostegno e accompagnamento alle coppie. L’eccessivo numero di enti ha ripercussione sulle relazioni con Paesi esteri e nell’interazione con le Autorità straniere. Una confusione a cui intendo porre rimedio proponendo la fusione di enti inattivi o poco produttivi e una razionalizzazione generale. Da più parti viene sollevata la necessità di garantire la gratuità del percorso adottivo. Ritengo a tal proposito che sia necessario ripensare ad una diversa tipologia di sostegno economico per le coppie che hanno concluso un percorso adottivo soprattutto di tipo internazionale o rivolto a minori con disabilità, al fine di aiutare concretamente quelle con i redditi più bassi, agevolando sulle deduzioni delle spese sostenute e contributi finanziari calibrati.”

Infine” – ha dichiarato Fontana, sottolineando l’urgenza di un Piano Marshall per l’adozione internazionale – “sempre nell’ottica del miglioramento del processo di adozione internazionale è necessario anche investire in progetti di cooperazione nei Paesi d’origine, per aiutarli a sviluppare  le competenze atte a garantire procedure più veloci e trasparenti; mi risulta, purtroppo, che in alcuni Paesi i bambini restino in istituto per anni solo per la mancanza di risorse per pagare gli assistenti sociali responsabili della valutazione dell’adottabilità.”

Che le dichiarazioni di Fontana siano, finalmente, il preludio ad un altro Governo che tornerà ad interessarsi e occuparsi di adozione internazionale?

>>GUARDA IL VIDEO AUDIZIONE LORENZO FONTANA