Adozioni internazionali. L’atteso arrivo dei 51 bambini dal Congo: una drammatica caccia al tesoro per le vie di Roma. Appello al Garante per l’infanzia

Congo_300Finalmente, per 51 bambini della Repubblica democratica del Congo, si è realizzato il sogno che inseguivano da tre anni: avere una casa, una famiglia.  Ieri, 12 aprile 2016, alle 5.40 sono sbarcati in Italia i  bambini i cui visti erano stati sbloccati settimana scorsa.

La gioia più grande ma giù dalla scaletta l’amara sorpresa: mamma e papà non c’erano. I piccoli sbarcati a Fiumicino (con un volo di linea da Addis Abeba della compagnia Ethiopian Airlines), non li hanno trovati ad accoglierli nel semideserto dello scalo. Perché loro stessi, per primi, non lo sapevano.

Dopo un volo di 10 ore, oltre 5 mila chilometri con accanto a sé nessun volto loro familiare,se non una dozzina di operatori, la destinazione per i bambini non è stata il caldo abbraccio di una famiglia tanto attesa, ma una fredda caserma: il centro polifunzionale di polizia Spinaceto. Tenuti qui ore e ore, dall’alba fino a tarda sera,  in attesa che la mamma e il papà li andassero a prendere.  Un’impresa non facile visto che i genitori hanno saputo che i loro figli erano in Italia in vari momenti nel corso della giornata.

E molti anche nel tardo pomeriggio: una giornata da incubo, un mistero incomprensibile.  Gli enti, come prassi degli ultimi mesi, non vengono avvertiti: con la Cai per molti di loro è ormai una guerra aperta, documentata nei giorni scorsi da Avvenire (Guerra sulle adozioni). Le famiglie, però, non c’entrano eppure dell’arrivo dei piccoli nemmeno loro vengono avvertite. O almeno, non tutte, visto che già da venerdì 08 aprile sui social qualcuna delle coppie coinvolte parla di una notizia “importantissima” che arriverà forse già nel weekend.

Chi sa e chi non sa? Non è chiaro, visto che ancora alle 18 di ieri alcune coppie ricevono la telefonata della Cai in cui vengono convocate seduta stante a Roma con la scusa di firmare “delle deleghe urgenti”. Intuiscono che incontreranno i loro bambini, ma nessuno glielo dice e non capiscono perché. Alcune vivono a centinaia di chilometri dalla Capitale e presumibilmente vi arriveranno a tarda sera.

Altre girano a vuoto nel traffico: “Roma dove? Non è dato sapere!  – scrivono nel blog i genitori adottivi del Rdc –  In fondo a Roma ci sono solo 4… milioni di abitanti! Un piccolo sobborgo, insomma! E qui comincia la caccia al Tesoro! Si rincorrono voci di chiamate a tambur battente ogni 20-30 minuti con cambi di posizione dell’appuntamento. Prima è una piazza, poi è un’altra via. Ad alcuni viene detto di attendere l’arrivo di un pick-up!

Insomma per tutta la giornata di ieri la Cai continua a cambiare la destinazione del loro viaggio, c’è chi viene mandato all’Eur, chi sarà prelevato con un pick up in una piazza.

Una spy story, come è stata definita dalla giornalista di Sky, Stefania Pinna, nel servizio andato in onda oggi 12 aprile 2016,  dai risvolti ancora tutti da chiarire.

E c’è da chiedersi: che dicono i tribunali per i minorenni? Cosa ne pensa il Garante infanzia? Chi difende i diritti dei bambini? Chi deve intervenire per impedire che questo avvenga o si ripeta con i restanti 82 bimbi, ancora in Congo.L’auspicio è che possano tornare in Italia al più presto.

Fonte: Avvenire , Sky e il blog