Adozioni Internazionali: lezioni di etica dagli USA.

In seguito alla ratifica della Convenzione sulla protezione dei minori de L’Aja gli Stati Uniti hanno adottato una politica più severa in materia di adozioni internazionali.

In passato gli USA sono stati criticati per l’eccessiva leggerezza con cui troppo spesso venivano svolte le procedure relative alle adozioni internazionali.

Ora si registra un maggiore rigore nei confronti dei paesi che non garantiscono le condizioni minime circa lo stato di adottabilità dei minori abbandonati.

E’ di agosto 2010 la decisione di sospendere le Adozioni Internazionali in Nepal a causa dei sospetti nella mancanza di documenti e per la scarsa collaborazione da parte della polizia e dei responsabili degli istituti per ricostruire la storia dei minori. Senza valida documentazione non è possibile per il Governo USA procedere con la richiesta di adozione.

Arriva oggi la notizia che anche il Guatemala ha ricevuto la revoca della candidatura americana al programma di adozioni internazionali.

Il Dipartimento di Stato ha motivato questa decisione così come segue: “La decisione degli Stati Uniti di ritirare la candidatura si basa sull’idea che il programma guatemalteco non rispetta la Convenzione de L’Aja. In particolar modo gli Stati Uniti credono che si dovrebbero attuare maggiori tutele nei confronti dei minori prima che il Consejo Nacional de Adopcion inizi il processo di adozione internazionale.”

Secondo il Dipartimento di Stato è quindi necessaria da parte dei paesi di origine una maggiore attenzione durante la fase iniziale del processo adottivo. Requisito indispensabile per poter stabilire con certezza il reale stato di abbandono e di conseguente adottabilità del minore.