Adozioni internazionali. Pietro Ardizzi (Oltre l’Adozione) e Monya Ferritti (Care) “Enti e famiglie concordi: una Commissione senza collegialità blocca tutto il sistema”

caiAdottare è bello ma è sempre più difficile se non un’odissea. Fino a pochi anni fa l’Italia era il Paese leader in fatto di accoglienza dei minori, oggi si registra un crollo delle adozioni internazionali.

Se n’è parlato nella puntata del 3 maggio del Tg3FuoriTg, dove sono intervenuti Monya Ferritti, presidente del CARE (Coordinamento delle Associazione familiari adottive e affidatarie in rete) e Pietro Ardizzi, portavoce del coordinamento di enti “Oltre l’adozione”.

Cosa provoca questo calo? I motivi sono molteplici ma il blocco è causato soprattutto dall’immobilismo della Commissione per le Adozioni Internazionali (Cai). Non  a caso la sua inefficienza è stata al centro di oltre 50 tra interpellanze e interrogazioni parlamentari da parte di esponenti di diversi schieramenti politici rimaste quasi tutte senza risposta.

“Quello che noi lamentiamo alla Commissione è che sia bloccata la sua collegialità, necessaria per deliberare le scelte e gli atti – spiega  Monya Ferritti  – e che venga a mancare la voce delle famiglie nelle decisioni”.

Gli enti autorizzati si sono rivolti direttamente al Premier per denunciare il fatto che la Commissione non si riunisce ormai da due anni. Eppure la situazione non è cambiata perché  Silvia della Monica, Presidente della Cai continua a non dare risposte.

Una delle conseguenze di questa assenza sono le lungaggini burocratiche con i Paesi esteri, che complicano l’iter di adozione. Dai 2 anni di un tempo si è arrivati anche a più di 4 anni di attesa.

Pietro Ardizzi ha sottolineato che “spesso gli enti autorizzati nei Paesi stranieri sono soli a relazionarsi con le autorità centrali dei paesi di provenienza dei bambini, se la Commissione non delibera per aprire nuovi canali, tutto si rallenta”.

 

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