Adozioni internazionali. Rdc. Il giallo dei documenti “persi” e così rimangono bloccati tra Kinshasa e Goma 59 bambini. I genitori del comitato al ministro Boschi, presidente della Cai: “Vogliamo risposte chiare”.

bambino triste rdcI genitori adottivi del Comitato RDC e coppie abbinate alla Bielorussia e all’Etiopia manifesteranno domani, 25 maggio e giovedì 26 maggio, dalle 11 in poi di fronte alla CAI (Commissione Adozioni Internazionali): due giorni di protesta ininterrotti per chiedere alla Commissione adozioni internazionali di chiarire il giallo “che si è venuto a creare dietro i documenti– dicono i genitori del comitato – che l’Italia deve fornire per consentire ai minori di lasciare gli orfanotrofi di Kinshasa e Goma ed entrare in Italia”.

La maggior concentrazione di manifestanti sarà prevista per il 25 dalle 13 alle 17, poi le coppie andranno a rotazione nell’arco dei due giorni di protesta che si concluderanno il 26 alle 17.

Sembra, dunque, non avere fine l’odissea di queste famiglie.Vogliamo risposte chiare – incalzano I genitori adottivi RDC –  dalla CAI. Chiediamo di conoscere la verità su quanto è accaduto e sapere quando arriveranno i nostri figli. Chiediamo di parlare con il Ministro Boschi”. Quest’ultima è, infatti subentrata a Silvia Della Monica che rimane vicepresidente della Commissione adozioni internazionali.

Il giallo dei documenti “mancanti” a cui fanno riferimento i genitori del comitato riguarda 59 bambini. L’11 aprile, l’8 e il 9 maggio, sono, infatti, arrivati una parte dei bimbi dei genitori del Comitato, ma ne mancano all’appello, circa la metà, oltre a tutti gli altri, raggiungendo le 59 unità rispetto allo sblocco avvenuto da dopo gennaio di quest’anno (originariamente erano 130).

Il problema non è solo  l’ulteriore attesa, ma il silenzio totale della CAI  – precisano i genitori del comitato – che non dà spiegazioni riguardo il fatto che non si trovino più i documenti di viaggio dei bambini e, conseguentemente,  non fornisce spiegazioni sull’arrivo dei piccoli. Così, diversi genitori hanno superato i 1000 giorni di attesa.

L’arrivo degli altri minori dalla primavera ad oggi è stata, in alcuni casi, rocambolesca. A volte, i genitori (che abitano in varie parti d’Italia) sono stati avvisati quando i bambini erano già in Italia; altre volte, il luogo dell’incontro con i figli è stato cambiato di ora in ora; altre ancora, i genitori non sono stati proprio avvisati dalla CAI, ma hanno saputo della splendida novità “per vie traverse”. Il primo incontro tra genitori e figli è un momento fondamentale. Dovrebbe essere il più sereno e semplice possibile per permettere agli uni e agli altri di abbracciarsi in condizioni opportune.

Intanto, “La Vita Non Aspetta”. Alcuni bimbi si ammalano e  mamma  Teresa è riuscita a godersi il figlio per soli due mesi, periodo in cui ha scoperto e, purtroppo, non sconfitto un brutto male. Sono stati tolti due anni di vita familiare per questioni burocratiche. Un danno senza prezzo. In assenza di risposte e l’arrivo certo dei piccoli entro un paio di settimane, i genitori hanno deciso di andare in Congo; soluzione, attualmente, loro preclusa da disposizioni italiane.

A questo link puoi vedere il video e l’appello del comitato Rdc.