Affidato nelle mani di un italiano il destino di milioni di bambini siriani

de misturaDal nostro inviato (Luigi Mariani) – Il processo di pace in Siria è ora nelle mani di un italiano: le speranze di ottenere un cessate il fuoco nel paese sono state affidate al diplomatico Staffan de Mistura, scelto dal Segretario Generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, per cercare di riportare le parti in conflitto al tavolo delle trattative e individuare una soluzione politica a una terribile guerra civile che dura da oltre tre anni.

La posizione, ricoperta in passato da Kofi Annan e da Lakhdar Brahimi (dimessosi recentemente dopo il fallimento di Ginevra II), è di quelle che non fanno dormire la notte: gli attori internazionali coinvolti e gli interessi in ballo nel conflitto siriano sono talmente tanti e così complessi, che la missione è stata definita “impossibile” dagli stessi predecessori di de Mistura.

Eppure, bisogna ricominciare a sperare che sia possibile tradurre politicamente, in fatti concreti, i numerosi appelli alla pace che Papa Francesco ha rivolto alla comunità internazionale negli scorsi mesi, e che finora, purtroppo, sono rimasti inascoltati; basti pensare alla nuova recrudescenza degli scontri fra israeliani e palestinesi, a distanza di appena un mese dallo storico ritrovo di preghiera in Vaticano fra il Pontefice, Abu Mazen e Shimon Perez.

Il Medio Oriente, in questo momento, è una polveriera pronta a esplodere: i fragili equilibri dell’area, già pesantemente destabilizzata dal conflitto siriano, sono stati ulteriormente compromessi dalla recente avanzata in Iraq del gruppo jihadista Isis (Stato islamico dell’Iraq e del Levante) e – ora – dalla rinnovata tensione arabo-israeliana.

E chi continuerà a pagare le conseguenze di questi nuovi sconvolgimenti geopolitici e militari? Sempre loro: i civili più vulnerabili, in particolare i bambini. “Children die first”, “i bambini muoiono per primi”, è uno degli slogan utilizzati sui social media da alcune organizzazioni umanitarie per descrivere gli effetti della guerra sui più innocenti e indifesi. I bambini, infatti, muoiono a causa delle esplosioni e delle ferite da arma da fuoco, per la fame e la malnutrizione, per le violenze e gli abusi subiti. Secondo le ultime stime dell’Unicef, sono più 6 milioni e 600mila i minori colpiti dal conflitto siriano e attualmente in disperato bisogno di assistenza umanitaria; un numero aumentato di un terzo rispetto a giugno 2013 (circa 2 milioni in più) e che continua a crescere a ritmi impressionanti, al punto che – denuncia sempre Unicef – i fondi raccolti finora non sono sufficienti a rispondere all’emergenza, e le ong internazionali cominciano a sospendere o ridimensionare e i propri interventi di sostegno ai bambini siriani.

Riuscirà dunque il nuovo inviato dell’ONU in Siria, de Mistura, a compiere qualche passo in avanti nel difficile percorso per il raggiungimento della pace, nel tentativo di arginare la devastante crisi umanitaria in corso dentro e fuori dal Paese e di sbloccare l’ingresso degli aiuti umanitari? Gli italiani – e, con loro, quanti hanno a cuore il futuro dei bambini siriani – tiferanno certamente per lui.

 

In questo momento, la popolazione siriana ha bisogno di tutto l’aiuto possibile, da parte di tutti. Non restiamo a guardare.

 

Se vuoi dare anche tu il tuo contributo ai progetti di Ai.Bi. in Siria, per garantire ai bambini e alle famiglie siriane il diritto di sentirsi a casa, nel proprio Paese, visita il sito dedicato.