Al via le Olimpiadi di Tokyo 2020: messaggio di speranza e integrazione

Alle 13 di Venerdì 23 luglio si terrà la cerimonia di apertura delle XXXII Olimpiadi di Tokyo 2020. Paola Egonu scelta come portabandiera del vessillo a cinque cerchi: la prima storia bellissima di questi Giochi

Probabilmente sono i Giochi Olimpici più attesi di sempre, proprio in senso cronologico, visto che si chiamano “Olimpiadi di Tokyo 2020” e si disputano nel 2021; ma sappiamo tutti com’è andata.
Per dirla tutta, in realtà, bisognerebbe affermare “sappiamo come sta ancora andando”, visto che la Pandemia è tutt’altro che sconfitta e che già non pochi atleti hanno dovuto rinunciare a partecipare perché ammalatisi. Ma nonostante le restrizioni, l’assenza di pubblico, una cerimonia di apertura davanti a “pochi intimi” sugli spalti, protocolli estenuanti e l’incognita di cosa succederà durante le tre settimane di competizioni… I Giochi Olimpici rimangono i Giochi Olimpici, uno degli ultimi eventi che, nonostante il giro d’affari planetario che muovono, mantiene quel romanticismo e quell’epica del racconto che smuovono l’animo di atleti e spettatori di tutto il mondo.

Olimpiadi di Tokyo: ripartiamo da qui

Ecco, dunque, che a poche ore dall’apertura ufficiale dei XXXII Giochi Olimpici (la Cerimonia di inaugurazione si svolgerà venerdì 23 a partire dalle ore 13 italiane), più delle preoccupazioni, delle polemiche che non mancano mai, delle incognite… è giusto guardare ai Giochi anche come a un messaggio di speranza. Lo ha detto il giornalista Italo Cucci intervenendo alla trasmissione di Radio Vaticana Non solo sport: “A queste Olimpiadi di Tokyo nascerà quell’ottimismo e la speranza che solo i giovani sanno dare”. Un bel messaggio davvero, che porta un po’ alla memoria, volendo fare un paragone, l’atmosfera che si viveva prima dei giochi di Roma, quando un’Italia con ancora le cicatrici della sconfitta nella Seconda Guerra Mondiale guardava ai Giochi come momento, non solo simbolico, di rinascita, di benessere e di progresso. Chissà, allora, che anche le giornate di Tokyo e l’umanità propria degli eventi agonistici non possano indicare la strada per uscire definitivamente dalla pandemia.

La bella storia di integrazione di Paola Egonu alle Olimpiadi di Tokyo

E di storie belle da raccontare ce n’è già una prima ancora di cominciare. Quella della pallavolista italiana Paola Egonu, scelta dal CIO per essere una degli atleti che porteranno la bandiera con i cinque cerchi, simbolo delle Olimpiadi, nella sfilata di apertura dei Giochi. Una grande emozione per la ragazza classe 1998, nata a Cittadella da genitori nigeriani, che è scoppiata a piangere non appena il Presidente del Coni Giovanni Malagò le ha comunicato la notizia: “Perché – sono le sue parole riportate da Il Sole 24 Ore – mi ritrovo a rappresentare gli atleti di tutto il mondo, ed è una grossa responsabilità: attraverso me esprimerò e sfilerò per ogni atleta di questo pianeta”.
E sfilerà, anche, ci permettiamo di aggiungere, per tutti quei bambini che trovano degli ostacoli nel loro percorso di integrazione e per quei genitori che vorrebbero adottare ma sono preoccupati di accogliere bambini di altre nazionalità proprio per via delle difficoltà di integrazione. Paola Egonu è un esempio splendido in tal senso: la prima storia bellissima di questa Olimpiade che sta per cominciare.