Arcivescovo di Bologna Caffarra: il dono dell’adozione e i diritti dei bimbi

adozioniRiportiamo il testo integrale dell’articolo a firma di Nerina Francesconi, pubblicato sull’inserto di Avvenire “Bologna 7”, in merito alla raccomandazione consegnata dall’Arcivescovo di Bologna nella veglia di preghiera che domenica 4 gennaio ha riempito la cattedrale di Bologna nell’occasione della festa della Sacra famiglia tematizzata sul grido dell’abbandono di migliaia di bambini

La persona non è un bene di cui posso disporre anche se, in questi tempi, sembra di poter dire che oggi il figlio più che un dono atteso, sia un diritto da programmare. Questa la raccomandazione consegnata dall’arcivescovo nella veglia di preghiera che domenica ha riempito la cattedrale nell’occasione della festa della sacra famiglia tematizzata sul grido dell’abbandono di migliaia di bambini, pronti per essere adottati nelle famiglie italiane.

L’iniziativa è stata promossa da Ai.Bi. Bologna e l’associazione “La Pietra Scartata”. Il cardinale ha ringraziato tutti i presenti per la testimonianza “carnale” offerta nel presenziare alla veglia, come  “la più radicale forma di contestazione a questo modo di vedere il bambino che sta prendendo cittadinanza nella cultura occidentale”. “Con il vostro gesto – ha detto ai genitori adottivi e affidatari presenti – dite che il bambino non è qualcosa ma è qualcuno, non è in funzione della propria autorealizzazione. C’è un progetto su ogni bambino”. Nella sua riflessione ha poi ricordato come esiste una “cultura di irriverenza verso il bambino”, che tende a rendere il figlio funzionale al proprio progetto di felicità, al proprio benessere psicologico.

“Tutto si può chiedere – ha aggiunto – e si è arrivati fino al punto di esaltare come conquista di civiltà il negare il diritto di un bambino ad avere un padre e una madre”. “Tremano le vene – ha continuato il Cardinale – perchè si afferma il diritto ad avere una persona”. E a questo punto tutto diventa possibile, anche la negazione di fondamentali esigenze della persona del bambino di avere un padre e una madre”.

Così si riduce il bambino ad una cosa su cui sperimentare la decisione di fargli intenzionalmente mancare una delle due fondamentali esigenze della sua crescita: la relazione alla madre, la relazione al padre. E il diritto ad un padre e una madre è stato ribadito durante le testimonianze che hanno animato la veglia in particolare quelle portate da due giovanissimi ragazzi. Tatiana e Marco, entrambi adottati, che hanno invitato a desistere dalla fecondazione eterologa a favore di quell’atto d’amore che è l’adozione. E’ toccato invece a Luca e ad Annalisa, genitori adottivi, a sottolineare la forza della speranza dell’accoglienza che offre l’adozione. “Anche Dio –  ha concluso il cardinale – ha mandato il suo Figlio Unigenito, nato da una donna, perché noi ricevessimo così l’adozione a figli. Ci ha adottati come figli”.