Assegno ponte per i figli. L’INPS assicura: i soldi stanno arrivando – Aggiornamento

Tante famiglie lamentano di non aver ancora ricevuto i soldi dell’assegno ponte partito a luglio. Il Forum delle Famiglie chiede di estendere anche alle richieste di ottobre l’accesso alle mensilità arretrate. Le rassicurazioni dell’INPS

Se non fosse terribilmente desolante, bisognerebbe ammettere che purtroppo non c’è nulla di sorprendente: l’assegno ponte, partito a luglio e pensato per allargare la platea di chi riceve gli Assegni Familiari anche ad autonomi, professionisti e partite Iva, non è ancora arrivato in molte delle tasche di chi ne ha fatto richiesta.
Numeri ufficiali non ce ne sono, e anche questo è un segnale poco positivo, ma dalle proteste delle famiglie arrivate sui social e specialmente al Forum delle Associazioni Familiari, le situazioni impantanate nel limbo delle burocrazia sono davvero tante.

Assegno ponte: pagamenti in ritardo e assenza di numeri ufficiali

C’è chi lamenta di aver fatto richiesta subito, ai primi di luglio, e non aver ancora ricevuto una risposta, ammettendo che i soldi dell’assegno sarebbero stati utili nei mesi dell’inizio della scuola, notoriamente dispendiosi per le famiglie tra libri di testo, mensa scolastica, iscrizione a corsi vari… Altri hanno misteriosamente ricevuto la mensilità di luglio, salvo non vedere più nulla nei mesi successivi. Altri ancora, dopo mesi di silenzio, si sono visti respingere la richiesta senza una precisa motivazione.
Insomma, un gran caos che, nelle diverse situazioni, ha un denominatore comune: le lentezze e le incomprensioni della burocrazie.

Il Forum delle Famiglie chiede di consentire anche alle domande di assegno ponte di ottobre di accedere agli arretrati

Il Forum stesso, primo sostenitore di questa misura, non sa cosa rispondere: ad Avvenire il Presidente Gigi De Palo ha dichiarato: “Non è il tempo di fare polemiche, ma crediamo sia importante nel prossimo mese rinforzare la campagna di comunicazione già in atto e fare in modo che l’Inps sblocchi il prima possibile tutte le pratiche in istruttoria”. La sensazione è che molte famiglie abbiano ormai rinunciato a fare richiesta, soprattutto alla luce del fatto che tutte le domande che arriveranno dopo il 30 settembre non avranno diritto a ricevere le mensilità arretrate. Se a gennaio, poi, come promesso, partirà l’assegno unico universale, destinato ad assorbire anche l’assegno ponte, è chiaro che in molti rimanderanno la pratica al prossimo anno, rinunciando a dei soldi che farebbero certamente comodo ma che, come purtroppo troppo spesso capita in Italia, sembrano lontani e complicati da raggiungere come il premio di una perversa caccia al tesoro.
Da qui la richiesta del Forum delle famiglie di spostare il limite del 30 settembre, permettendo anche a chi farà domanda per l’assegno ponte nel mese di ottobre di avere diritto anche ai mesi arretrati. Sperando che per tutto questo non ci sia bisogno di un ulteriore modulo da compilare e mandare all’INPS.

Assegno ponte. Arriva la risposta dell’INPS: i soldi arriveranno. Controlli accurati per il bene di tutti – Aggiornamento

L’Istituto di previdenza, come si dice in questi casi, non ci sta e, a seguito delle richieste arrivate da più parti e degli articoli pubblicati specie su Avvenire, risponde proprio al quotidiano cattolico con un comunicato stampa in cui chiarisce il suo punto di vista. Sostanzialmente: gli assegni vengono pagati. Più della metà hanno già ricevuto i soldi, gli altri li vedranno a breve.
Le lentezze, precisa l’INPS, sono dovute agli attenti controlli che vengono fatti: in totale 28 diversi “check” su ogni dato. Controlli “imprescindibili per una corretta gestione delle risorse pubbliche”, ma che, certo, non velocizzano le pratiche.
Secondo i dati forniti ad Avvenire, a fronte di 793 mila assegni richiesti al 7 settembre (per 472 mila domande pervenute), al netto dei rigetti, ne è stato già pagato il 55%, mentre il restante 35% è “già autorizzato e andrà in pagamento nei prossimi giorni”.
Nonostante questo, l’INPS si dice d’accordo su una proroga al 30 ottobre del termine entro il quale le domande presentate possono accedere anche agli arretrati, anche perché il flusso delle domande è inferiore alle attese.

Rimane da chiarire il numero delle domande respinte, per un totale di circa 200 mila assegni. Di questi, circa 150 mila consistono in nuclei in cui c’è almeno un genitore lavoratore dipendente e, quindi, che ha diritto agli assegni familiari. L’INPS ha però detto di aver iniziato un ulteriore controllo, per verificare che quelli in suo possesso non siano dati vecchi, relativi a prima dell’invio della richiesta da parte delle famiglie che, quindi, avrebbero diritto a ricevere l’assegno.
L’INPS chiude il comunicato dicendo di comprendere che “i tempi di accoglimento ed erogazione del beneficio possono non aver coinciso con l’aspettativa di alcuni utenti”, ma che il processo digitale andrà mano a mano ottimizzandosi”.
Non resta che attendere, speriamo non troppo…