Auguri di buona Pasqua da Gabriele XuXiao

“Questa sarà la Pasqua più bella, perché la festeggeremo con Gabriele XuXiao. Spero che per tutti i bambini che vivono negli istituti si apra uno spiraglio di luce e possano diventare finalmente figli.” L’augurio di buona Pasqua arriva da Patrizia Romano, la mamma di Gabriele XuXiao, da qualche giorno rientrata in Italia con il figlio (4 anni) e il marito Mario; con loro c’erano altre quattro famiglie.

Ci racconta la storia di adozione la neo-mamma Patrizia.

Come è andata il momento dell’incontro?

Eravamo negli uffici del CCAA (l’autorità cinese preposta alle adozioni) a Taiwen, è stato un incontro davvero unico. Con le altre mamma, prima di vedere i nostri bimbi, cercavo di sdrammatizzare la tensione e l’emozione che si era creata: ”vi immaginate se invece di mettersi a piangere dall’emozione, i nostri figli iniziano a ridere?”….e così è stato per il nostro Gabriele XuXiao. Mio marito ed io ci siamo presentati con un tubetto di bolle di sapone, appena l’ho visto per rompere il ghiaccio ho soffiato le bolle e ho iniziato a rincorrerle. Gabriele XuXiao è scoppiato a ridere. E a volerci vicino. Dal primo momento abbiamo capito che è un bambino molto affettuoso, espansivo. Ogni mattina, quando si sveglia vuole venire nel lettone a darci un bacio, ad abbracciarci. Ci tiene a darci il buongiorno in questo modo.

E i giorni del vostro soggiorno come sono trascorsi?

E’ stata un’esperienza davvero unica. Partire insieme ad altre quattro famiglie è stato importante perché ci ha dato la possibilità di condividere ogni momento con le altre coppie, scambiarci opinioni, consigli. Fin dall’inizio si è creato un rapporto di fiducia e amicizia, che è continuato anche nei 18 giorni di permanenza nel Paese e al rientro in Italia. Ci siamo fatti forza l’uno con l’altro. Stare insieme era importante e anche divertente: abbiamo organizzato con i nostri bambini la festa del papà, creando un grande cartellone con le impronte di tutti i nostri figli. Ne è valsa la pena, se fossimo andati da soli non sarebbe stata un’esperienza così ricca.

Gabriele XuXiao era il bimbo più grande del gruppo, come avete comunicato con lui?

Non parlava bene il cinese pur avendo quattro anni, ce lo hanno confermato le operatrici del’istituto. In realtà la lingua non è stata un ostacolo alla nostra comunicazione perché è un bimbo che usa molto il linguaggio non verbale, comunica molto con la gestualità. Riesce a farsi capire benissimo con i suoi sguardi, le mani. Da quando siamo arrivati in Italia, ha iniziato a ripetere le parole in italiano che ci sente dire più spesso. E’ molto sveglio.

Quando vi è stato proposto l’abbinamento di un bambino “special need” come avete reagito?

A noi non spaventa affrontare il discorso della salute. Naturalmente ci siamo informati bene su cosa significasse il varismo bilaterale e su come si potessero curare i suoi piedini torti. Ma quando abbiamo visto la sua scheda medica abbiamo pensato subito che non ci potevamo tirare indietro, non potevamo voltare le spalle a un bambino che, già dal quel momento, sentivamo come nostro figlio. Quando abbiamo accettato l’abbinamento e abbiamo visto per la prima volta la sua fotografia abbiamo pensato: “è lui, è il figlio che aspettavamo!”. E ora, quando lo vedo giocare con il nonno (ha un debole per le persone di una certa età, forse perché nell’istituto polivante in cui ha vissuto c’era anche un ricovero per gli anziani), penso che sia uno splendido dono del Cielo.