Aziende “amiche dei bambini”. Vitale Barberis Canonico: “I nostri dipendenti sono il nostro ‘genio’, una parte integrante della nostra identità aziendale”

La Vitale Barberis Canonico, una delle realtà più antiche del settore tessile, sostiene da anni le iniziative di Ai.Bi., Il Bello che fa Bene e il Temporary Shop. Abbiamo incontrato la titolare di questa azienda che affonda le radici in una lunga tradizione familiare. Leggi l’intervista a Lucia Bianchi Maiocchi

Tra le aziende vicine alla causa di Amici dei Bambini, sostenendo da anni iniziative come Il Bello che fa Bene e il Temporary Shop con donazioni di prodotti, figura la Vitale Barberis Canonico, una delle realtà più antiche del settore tessile. Abbiamo incontrato la titolare, Lucia Bianchi Maiocchi, che in azienda si occupa anche di sostenibilità e iniziative benefiche. La storia di questa azienda affonda le radici in una lunga tradizione familiare.

Ci racconti la storia della vostra azienda.

La nostra azienda si occupa di lana e tessuti sin dal 1663. È sempre stata a conduzione familiare e abbiamo scelto di mantenere la produzione in Italia, precisamente a Valdilana, un piccolo paesino del Biellese. Questo distretto è storicamente la culla dell’industria tessile grazie alla sua conformazione geografica e alla disponibilità di acqua, indispensabile per molte lavorazioni. In passato, i pastori provenivano dalla Francia per vendere lana pregiata, e qui venne utilizzata la prima macchina meccanica proveniente dal Belgio. Innovazione e tradizione hanno sempre contraddistinto questo territorio.
Il 1663 è l’anno del primo documento che attesta la nostra attività tessile: una ricevuta di pagamento delle tasse, saldate in parte in denaro e in parte con saia di risa, un tessuto italiano di antica tradizione, robusto e dalla trama particolare, ideale per tessuti resistenti. Nei secoli, l’azienda ha cambiato nome e gestione, ma ha sempre mantenuto viva la sua essenza.

Qual è il legame tra innovazione e tradizione nella vostra attività?

La vita della nostra azienda è sempre stata caratterizzata da una continua innovazione. Abbiamo affrontato periodi complessi, come durante il fascismo, quando si promuoveva l’uso di fibre sintetiche. Nonostante le pressioni, abbiamo scelto di rimanere fedeli alle fibre naturali, reinventando la lavorazione della lana.
Ricordo mio nonno, che dovette affrontare cambiamenti importanti e inaspettati. Dopo la sua prematura scomparsa, furono i miei zii e mia madre a proseguire l’attività, continuando a innovare. Siamo stati tra i primi a esplorare nuovi mercati, come la Cina, e oggi vendiamo in oltre 100 Paesi.

La vostra attenzione all’innovazione si sposa anche con l’approccio alla sostenibilità, produttiva e non solo…

Abbiamo compiuto grandi passi avanti nel campo della tecnologia e della sostenibilità. Ad esempio, abbiamo sviluppato una “tessitura silenziosa”, che riduce il rumore dei macchinari da 180 decibel a quello di un normale traffico cittadino. Il nostro obiettivo non è sostituire l’uomo, ma facilitare i lavori più ripetitivi, migliorando al contempo le condizioni lavorative.
Per quanto riguarda la sostenibilità, sebbene il tema sia diventato centrale dal 2015, per noi è sempre stato un principio guida. Chi lavora con una prospettiva di lungo termine non può trascurare l’ambiente e, soprattutto, le persone.

Come per Ai.Bi., dove al centro di tutte le attività ci sono bambine e bambini, per Vitale Barberis Canonico ci sono le persone del territorio, prima di tutto.

Certamente. Oggi l’azienda dà lavoro a molte persone, la maggior parte delle quali vive nei dintorni. Le persone sono il nostro “genio”, una parte integrante della nostra identità aziendale. Questo si riflette nella nostra strategia, articolata in tre ambiti principali: persone, ambiente e prodotto. Investiamo per migliorare in tutti questi settori, con un focus particolare sulla sostenibilità dei processi produttivi. Il nostro obiettivo è ridurre al minimo l’impatto di ogni prodotto che offriamo.

Può farci qualche esempio?

Abbiamo investito in energie rinnovabili, sistemi di depurazione e riciclo dell’acqua. Attualmente, riusciamo a riciclare il 37% dell’acqua utilizzata, restituendola pulita all’ambiente. Siamo consapevoli che tecnologie più avanzate potrebbero portarci a riciclare fino al 70%, ma spesso queste lasciano residui inquinanti. Per noi è più importante garantire un equilibrio sostenibile e trasparente.

Avete anche iniziative legate al territorio?

Sì, collaboriamo con altre realtà attraverso il progetto Slow Fiber, un movimento nato per sensibilizzare contro il fast fashion. Pensiamo che, così come è importante informarsi sugli alimenti che consumiamo, dovremmo prestare attenzione anche ai tessuti che indossiamo ogni giorno. Condividiamo questa filosofia con altre aziende, promuovendo prodotti buoni, sani, puliti, giusti e durevoli.
Inoltre, sosteniamo progetti di donazione e pianificazione per il rilancio dei territori abbandonati, contribuendo a mantenere vive scuole, servizi e assistenza nelle comunità locali. Per noi, il territorio è parte integrante della nostra identità.

Siete a fianco di Amici dei Bambini da molto tempo, soprattutto per Il Bello che fa Bene e il Temporary Shop: anche quest’anno?

Certamente, e con grande piacere doniamo tessuti al Temporary Shop di AiBi. Questo progetto ci sta particolarmente a cuore, poiché unisce la solidarietà alla sostenibilità, offrendo capi di qualità e supportando al contempo iniziative benefiche per i più piccoli.

Il Temporary Shop di Natale

Anche quest’anno, come ogni anno, circa 200 milioni di bambine e bambini abbandonati non festeggeranno il Natale in famiglia.
Con i regali solidali di Ai.Bi. manteniamo viva in loro la speranza di poter incontrare una famiglia che li ami.
Accendi la stella della speranza, per Natale scegli i regali di Ai.Bi, qui.