Bambini alla mercé degli adulti: Eitan una tragedia senza fine

Eitan Biran6 anni, unico sopravvissuto alla tragedia della funivia del Mottarone,”rapito” dal nonno e portato di nascosto in Israele

Non sembra esserci pace per il piccolo Eitan Biran, 6 anni, unico sopravvissuto alla tragedia della funivia del Mottarone, nella quale, il 23 maggio scorso hanno perso la vita anche la sua mamma, il suo papà, il fratellino e i bisnonni.

Dagli attacchi legali (e sui media) per l’affidamento del piccolo, da parte dei parenti materni, residenti in Israele, contro la zia paterna Aya Biran, residente a Pavia, tutrice legale del bambino, il nonno materno di Eitan, Shmulik Peleg, è passato ai fatti e durante uno dei consueti incontri autorizzati, si è diretto in Svizzera, in aeroporto, portando il piccolo via dalle sue certezze. L’uomo era in possesso del passaporto israeliano del bambino.

Disperati e sgomenti i parenti di Eitan in Italia

Eitan è cittadino italiano – ha dichiarato la zia paterna Aya, come riportato dall’Ansa– Pavia è la sua casa dove è cresciuto, noi lo aspettiamo a casa, siamo molto preoccupati per la sua salute” Aya ha anche reso noto come “il nonno materno è stato condannato per maltrattamenti in famiglia nei confronti della sua ex moglie, la nonna materna, e tutti i suoi appelli sono stati respinti in 3 gradi di giudizio”.

“Non lo abbiamo rapito, lo abbiamo riportato a casa” controbatte da Israele Gali Peleg, zia materna di Etan in un’intervista in radio, come riportato sempre dall’Agenzia di Stampa.

E mentre in Italia la procura ha già avviato le indagini per sequestro di persona, rimaniamo sgomenti per quanto sta accadendo al picco Eitan, ferito nel corpo, ma soprattutto nell’anima dopo la tragedia che lo ha colpito, neanche tre mesi fa. Quegli adulti che si affannano attorno a lui, che litigano a colpi di avvocati e di “media” sotto la bandiera del “bene primario di Eitan”, sotto l’egida di “rispettare ciò che i suoi genitori davvero volevano”, nell’ipocrita certezza di “sapere cosa sia meglio per lui”, non fanno altro che lenire le proprie di ferite. Eitan è un bambino alla mercè degli adulti, il bene primario di Eitan, oggi, è la sua serenità ma a quella chi ci pensa?