Bielorussia, annunciata la riapertura delle adozioni verso l’Italia

belarus_kids200Se il buongiorno si vede dal mattino, si spera che quella data dal neo ministro per gli Affari Esteri, Federica Mogherini, sia la prima di una lunga serie di buone notizie che riguardano il mondo dell’adozione internazionale. È stato infatti annunciato lo sblocco definitivo, dopo anni, delle adozioni in Bielorussia.

La questione era stata portata all’attenzione del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, da numerose famiglie coinvolte  e colpite dal blocco, impegnate da anni a concludere procedure avviate o quasi ultimate, per centinaia di dossier che a tutt’oggi rimangono pendenti.

A quanto sembra, il risultato è stato raggiunto grazie all’abnegazione dell’ormai ex viceministro degli Affari Esteri, Marta Dassù, che ha condotto negli ultimi mesi dei negoziati a livello confidenziale con la propria omologa bielorussa, Alena Kupchnya.

La crisi delle relazioni tra Italia e Bielorussia ha origine da un episodio risalente al 2006, quando una coppia genovese “nascose” per 20 giorni una bambina bielorussa che era stata affidata loro per il periodo estivo, nell’ambito di un progetto dedicato ai cosiddetti “figli di Chernobyl”, per la disintossicazione dalla contaminazione nucleare. La vicenda portò subito al blocco dei soggiorni terapeutici e provocò un sostanziale stop nelle adozioni, che furono limitate alla chiusura delle pratiche già avviate: i bambini adottati da italiani in Bielorussia furono 34 nel 2006, 12 nel 2007, 4 nel 2008. Poi, a partire dal 2009, il paese ha mostrato una rinnovata disponibilità a collaborare con l’Italia in tema di adozioni, tanto che nel 2010 furono riavviate le procedure e vennero adottati 350 minori.

Secondo gli ultimi dati disponibili, i bambini bielorussi adottati nel 2011 furono 99, meno del 5% del totale delle adozioni internazionali. Da allora, tra rinnovate chiusure e successive, timide riaperture, si è giunti all’ultimo blocco, nel 2013, che ha gettato circa 400 famiglie nel dramma. Ora, finalmente, con l’ufficializzazione della riapertura definitiva, questi aspiranti genitori adottivi potranno tornare a sperare di accogliere presto un figlio bielorusso nella propria casa.

 

(Fonte: Il Secolo XIX)