Bolzano. Quando il referente scolastico per l’adozione è un genitore adottivo

I ragazzi preferiscono parlare dei propri problemi con un docente di fiducia

In base alle linee guida del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca del 2014, nate “per favorire il diritto allo studio degli alunni adottati”, l’attenzione all’inserimento degli alunni adottati nelle scuole è stata di fatto istituzionalizzata. Ma, in Alto Adige, un simile percorso era già stato varato nel 2006.

E spesso accade che i referenti scolastici selezionati tra i docenti siano anche genitori adottivi. L’ultimo caso, in ordine di tempo, è quello di cinque insegnanti, appunto genitori adottivi, che svolgono proprio questo ruolo nei rispettivi istituti e che, recentemente, hanno raccontato durante un convegno a Bolzano di essersi formati insieme e di aver sviluppato così un modello d’intervento nelle classi quando i ragazzi o gli insegnanti rilevano una criticità riguardante l’adozione.

Questo gruppo di insegnanti è partito dalla consapevolezza che lo studente delle superiori difficilmente si approccia allo sportello psicologico presente nella scuola per parlare delle sue difficoltà legate all’adozione (bullismo, sentirsi diverso o crisi d’identità), ma preferisce parlarne con un insegnante di fiducia. Da qui l’idea di affiancare il ragazzo ad un insegnante tutor che possa accompagnarlo, sostenerlo e motivarlo a intraprendere un colloquio con un esperto.

Ai.Bi. – Amici dei Bambini, grazie alla sua equipe di professionisti e con il sostegno del suo movimento di famiglie adottive, collabora con gli istituti scolastici nell’ambito delle linee guida stabilite dal Ministero.