Bonus genitori separati. Sul nuovo testo c’è il via libera del governo. Ora si aspetta l’ok del Parlamento

La legge era stata fatta, i 10 milioni di euro di fondo c’erano. Ma il bonus genitori separati da 800 euro non è mai entrato in vigore: mancava un provvedimento. Ora finalmente lo sblocco

Era stato salutato con gioia da tutti quei coniugi in difficoltà nel provvedere al pagamento dell’assegno di mantenimento dei figli a causa della crisi provocata dal Covid. Oggi, però, a cinque mesi di distanza, del bonus genitori separati si sono perse le tracce. O, meglio, le tracce ci sono, e portano in un ideale cassetto in cui la legge è finita ed è rimasta, vittima della mancanza di un provvedimento che ne definisse i termini applicativi.

Bonus genitori separati: manca un provvedimento per l’entrata in vigore

Già all’indomani della prima formulazione della misura, i tecnici di Camera e Senato – come riporta Repubblica – avevano sottolineato alcune ambiguità nel testo, primo tra tutti la poca chiarezza se il contributo potesse essere utilizzato anche per l’assegno di mantenimento dell’ex coniuge o solo per gli assegni per i figli. Inoltre, prosegue il quotidiano: “Il testo sembra chiudere la possibilità di accesso alle coppie di fatto, quindi non unite in matrimonio e non prevede un obbligo chiaro nei confronti dei percettori dell’assegno di utilizzo per pagare l’assegno di mantenimento dei figli, con il rischio che il genitore trattenga la somma per sé”.
Tutti dubbi che avrebbero dovuto essere chiariti da quel suddetto provvedimento che, però, non è mai arrivato. Un problema che certo non si limita al bonus genitori separati, se è vero che, come riportava Sky TG24 all’indomani dell’arrivo al Governo di Mario Draghi, dei 792 decreti attuativi che sarebbero serviti per rendere operative le leggi approvate nell’ultimo anno e mezzo del Governo Conte, ne erano arrivati appena 253, il 32% del totale.

Bonus genitori separati, possibile una riformulazione nella manovra

A questo punto la questione torna in mano al Governo, che potrebbe trovare il modo di riformulare l’intervento in sede di discussione della nuova Legge di Bilancio. Anche perché, come detto, i 10 milioni previsti per il suo finanziamento erano già stati stanziati e sono pronti per dare quell’aiuto ai genitori separati o divorziati in difficoltà nel versamento dell’assegno di mantenimento.

Sblocco del bonus per i genitori separati AGGIORNAMENTO

I genitori divisi e in difficoltà economiche potranno (forse) tirare un sospiro di sollievo. Il bonus genitori separati sembra aver superato il momento di impasse che l’aveva visto protagonista.

Il testo della misura, così come era stato scritto, infatti, risultava inattuabile ma il governo è riuscito a correre velocemente ai ripari. Le linee del bonus sono state riviste e il nuovo testo “verrà inserito nel decreto fiscale collegato alla manovra ora all’esame del Senato con un emendamento presentato dalla Lega. Il provvedimento prima dovrà essere approvato e poi servirà un decreto attuativo”.

A renderlo noto il quotidiano il Messaggero

Tre i problemi, ai quali la nuova formulazione ha cercato di trovare soluzione:

–        Il testo iniziale era discriminatorio perché teneva conto solo dei genitori separati e divorziati e non delle coppie di fatto.

–        Il secondo elemento non convincente è che beneficiari fossero i genitori e non direttamente i figli ai quali spetta l’assegno di mantenimento.

–        L’ultimo elemento la generalità ed eccessiva ampiezza degli ipotetici destinatari del bonus, che ricomprendeva chiunque abbia “cessato, ridotto o sospeso” l’attività lavorativa.

L’emendamento scritto dalla Lega -osserva il Messaggero-allarga a tutti i genitori separati, non più solo a quelli sposati, il sostegno e precisa più dettagliatamente le condizioni di difficoltà in cui si ha diritto al bonus. In particolare, si potrà ricevere l’aiuto nel caso in cui a causa della pandemia il genitore tenuto a pagare l’assegno di mantenimento «ha cessato, ridotto o sospeso la propria attività lavorativa a decorrere dall’8 marzo 2020 per una durata minima di 90 giorni o per una riduzione del reddito di almeno il 30% rispetto a quello percepito nel 2019». Il nuovo testo stabilisce inoltre che l’aiuto – complessivamente il fondo stanziato resta di 10 milioni – vada direttamente al «genitore in stato di bisogno”.

Il nuovo testo dovrà ora superare l’esame del Parlamento ma come apprendiamo dal web magazine, sulla riformulazione c’è già il via libera del governo.