Brasile. Una famiglia per rompere l’isolamento dei ‘bambini speciali’ negli istituti

brasile bimbo_porta_grande 400 286Il Tribunale di Giustizia di San Paolo (Brasile) ha avviato un programma di abbinamento affettivo per i minori accolti in istituto, con l’obiettivo di dare la possibilità a questi minori, con remote possibilità di essere adottati, di costruire vincoli fuori dall’istituto in cui vivono.

Tre istituti sono stati scelti per sviluppare il progetto “Famiglia affettiva” e, in poche settimane, il Tribunale dei minori centrale di San Paolo ha già ricevuto 3.500 iscrizioni di candidati a famiglia affettiva che dovranno ora essere valutati.

I bambini che entreranno in questo progetto vivono in istituto e hanno quasi sempre più di 10 anni, hanno fratelli e, a volte, sono portatori di handicap o di malattie croniche, condizioni che rendono più difficile la loro adozione.

Il padrino o la madrina diventano così un punto di riferimento nella vita del bambino, ma l’Istituto continua ad essere il tutore responsabile. I padrini possono visitare il bambino e, con autorizzazione e supervisione, fare gite e anche viaggi con i minori.

Per Dora Martins, giudice dell’Infanzia e della Gioventù della Corte Centrale, “molti bambini che vivono in istituto, arrivano all’adolescenza con gravi problemi di insicurezza proprio perché non maturano e non alimentano, nel corso degli anni, legami con nessuno fuori dai Centri”.  “L’idea é quindi quella di creare dei vincoli affettivi – continua la giudice – che li facciano sentire amati e non abbandonati. Non é carità, ma impegno sociale e umano”.

Lo scopo del programma è ‘rompere’ l’isolamento a cui questi bambini loro malgrado sono condannati negli anni dell’istituto. Attenzione, però, che come precisa la stessa giudice “non si tratta di un ‘test’ per una possibile adozione – precisa – che potrebbe generare frustrazioni nei bambini. Chi, infatti, ha presentato domanda di adozione non può partecipare a questo programma”.

Fonte: http://www5.tjba.jus.br/