Bulgaria: leader per numero di bambini abbandonati in Europa.

La Bulgaria è il paese al primo posto in Europa per l’abbandono dei bambini sotto i 3 anni. Questo triste primato è quello che emerge da un comunicato del “Complesso per i servizi sociali per bambini e famiglie” della città di Plovdiv.

Solo negli ultimi 12 mesi sono stati abbandonati negli orfanotrofi 2.094 bambini, di cui ben 1.400 non avevano ancora compiuto un anno di età.

Per combattere questa tendenza la città di Plovdiv, attraverso l’operato del vicesindaco Georgi Tarnovaliyski, ha creato e sta sostenendo la campagna “Rimani Genitore”.

Un impegno concreto che mira a prevenire l’evoluzione dell’abbandono dei bambini, sostenendo la crescita dei minori nel proprio ambiente familiare.

Solo nel 2009, nel distretto di Plovdiv, 20 donne hanno ricevuto assistenza da parte del “Complesso dei servizi sociali” e più di metà di loro ha poi deciso di tenere i propri figli.

Un segnale importante, anche se è troppo poco per riuscire a contrastare una tendenza, quella dell’abbandono, che nel Paese è ancora molto diffusa.

Tra i problemi che la Bulgaria si trova ad affrontare, vi è anche la questione legata agli Istituti per Minori, una pesante eredità del passato che in alcuni casi si ripercuote in modo drammatico sui bambini. Ad oggi, nel Paese, vi sono 131 istituti che ospitano 6.336 bambini. All’interno di queste strutture spesso mancano le condizioni elementari per garantire ai minori un’esistenza serena, al punto che negli ultimi 10 anni quasi 250 bambini, disabili mentali, ospiti all’interno degli istituti sono morti per negligenza o vittime di violenza.

In merito a questa triste vicenda sono in corso ancora oggi una serie di inchieste su alcuni istituti del Paese, dove sono ospitati circa 1.350 bambini con qualche tipo di handicap mentale.

La Bulgaria, paese da poco nell’Unione Europea, si sta adeguando lentamente agli standard anche in ambito sociale. I fondi strutturali e del fondo sociale sono mirati a programmi di de istituzionalizzazione volti, entro 3 anni, alla chiusura degli istituti attraverso la promozione di forme alternative di accoglienza.