Carbonia, come uscire dalla crisi delle adozioni internazionali in una regione “debole”?

sardegna-bandieraLa crisi dell’adozione internazionale non risparmia la Sardegna. Di questo gravissimo fenomeno, che interessa da vicino anche l’isola, si parlerà martedì 17 febbraio nel corso del convegno intitolato appunto “L’adozione internazionale in Sardegna. Percorsi di accoglienza familiare” che si svolgerà nei locali della parrocchia di San Ponziamo Martire a Carbonia, a partire dalle ore 17 e 30. Ancora una volta, come già avviene in diverse altre realtà italiane, Amici dei Bambini e Acli collaborano per incoraggiare la riflessione sulla preoccupante situazione dell’accoglienza adottiva, analizzata nello specifico della realtà sarda.

A fare gli onori di casa sarà il parroco di San Ponziano Martire, don Amilcare Gambella, insieme alla dottoressa Maria Marongiu, assessore ai Servizi Sociali del Comune di Carbonia, città che ospiterà l’evento.

Parola quindi agli esponenti dei due enti organizzatori del convegno. Dapprima interverrà Bruno Rigato, dirigente dell’Acli Cortoghiana. A seguire sarà il turno di Alessandro Cuboni, referente di Ai.Bi. in Sardegna, e della dottoressa Marcella Griva, psicologa e psicoterapeuta consulente di Amici dei Bambini per il territorio sardo. L’incontro si concluderà con la testimonianza di una famiglia adottiva che racconterà ai presenti le difficoltà e le gioie di un’avventura come quella dell’adozione internazionale.

Una realtà, questa, che anche in Sardegna fa registrare una tendenza al ribasso negli ultimi anni. Nel 2013, infatti, sono state solo 27 le coppie che hanno richiesto l’autorizzazione all’ingresso in Italia di un minore straniero adottato: una fetta minuscola, pari all’1,2%, delle già poche coppie italiane richiedenti nello stesso anno (2.291). Nel 2012, in Sardegna, erano state 32 e 53 nel 2011: in 2 anni quindi, le coppie adottanti si sono esattamente dimezzate.

Sempre per quanto riguarda il 2013, si è registrato un netto calo rispetto al 2011 anche del numero di minori stranieri che hanno ottenuto l’autorizzazione all’ingresso in Italia come figli adottivi: si è passati infatti da 76 a 53, pari a solo l’1,9% del totale degli adottati del 2013 nel nostro Paese (2.825). Un piccolo segnale di ripresa però c’è, considerando che nel 2012 i minori accolti erano stati ancora meno: solo 47. Un timido segno “più”, quindi, da cui si spera di poter ripartire presto per poter finalmente assistere a una rinascita dell’adozione internazionale a livello non solo locale, ma anche nazionale.

 

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