Care: “Aiutare le famiglie per aiutare le adozioni”

bambino trova famigliaMercoledì 8 luglio, il Coordinamento CARE (coordinamento delle Associazioni familiari adottive e affidatarie in rete) ha partecipato alla Conferenza “Adozioni internazionali: quale riforma?”, svoltasi a Roma nella sala Isma del Senato. L’evento  organizzato dai senatori Aldo Di Biagio (Area Popolare) e Rosetta Enza Blundo (Movimento 5 Stelle), ha potuto recepire il punto di vista e le preoccupazioni delle 32 Associazioni Familiari che il Care rappresenta. Riportiamo il comunicato stampa relativo.  

Le criticità attuali delle Adozioni Internazionali sono sotto gli occhi di tutti ed hanno molte cause di natura geopolitica globale che non sono tutte né recenti né confinate al solo ambito italiano, proprio per questo serve una cabina di regia forte che proponga una politica estera propulsiva, trovi soluzioni concrete per le coppie intrappolate in situazioni di stallo doloroso, agisca con efficacia e celerità in materia di controllo degli Enti Autorizzati, ma soprattutto agevoli il dialogo fra i vari attori del Sistema-Adozioni (TdM, Servizi, Enti, Famiglie) al fine di iniziare ad elaborare azioni di sostegno alle famiglie.

È importante uscire dalla sterile discussione su se sia meglio avere “poche adozioni ma di qualità” rispe. tto a “tante adozioni” evidentemente pensate di cattiva “qualità”. I bambini e le bambine in stato di abbandono nel mondo hanno diritto ad avere una famiglia, e la loro adozione deve essere sempre di “qualità”, sia che ne vengano adottati “pochi” o “tanti”. I numeri dipendono solo dalle necessità dei bambini.

Il Coordinamento CARE chiede adozioni “sostenibili” dal punto di vista economico e dal punto di vista umano, con sistemi che sappiano individuare strategie efficaci e trasparenti per realizzarle, per sostenere il post adozione e abbattere i costi.

Stupisce quindi, che proprio in un momento così complesso, tale dialogo e tale confronto appaiano inceppati. La Commissione Adozioni Internazionali non diffonde ancora i dati sulle adozioni del 2014, privando le coppie pre-adottive di un utile strumento di monitoraggio e orientamento dell’andamento delle AI in Italia, costringendo così a fare riferimento solo a proiezioni di alcuni Enti Autorizzati.

La stessa presenza dei Commissari Familiari in CAI è attualmente messa in discussione dall’assenza di riunioni della Commissione stessa che da lungo tempo non sta agendo collegialmente. Sorprende, dunque, che in un contesto così disgregato e di complessi rapporti, l’ultimo (e unico) atto del governo che riguarda questo sistema sia stato la pubblicazione in GU del DPCM del 13 marzo 2015.  Su tale tema il Coordinamento CARE ha scritto al Premier Renzi chiedendone una revisione visto che i criteri per la designazione dei rappresentanti delle Associazioni familiari a carattere nazionale da nominare nella CAI vengono nuovamente lasciati generici e incerti. Il Coordinamento CARE, inoltre, ha chiesto che venga meglio esplicitata la tipologia e la natura dei rapporti tra gli attori del sistema adozioni (Associazioni Familiari, Enti Autorizzati e Servizi Territoriali) che possano dare adito a dubbi di imparzialità in ragione di potenziali conflitti di interesse.