Caritas: 51 progetti per aiutare Haiti

L e macerie sono ancora lì, dove le ha scaraventate la furia del sisma. Le tende affollano i pochi spazi liberi: all’interno, oltre un milione e trecentomila persone sopravvive da undici mesi e 18 giorni alle calamità che una dopo l’altra so­no cadute loro addosso. Nell’ordine: miseria, terremoto, uragano, colera e, per finire, convulse elezioni con annesse violenze.
Domani, si chiude “l’annus horribilis” di Haiti. «È da sempre una data importanza per noi: il primo gennaio si celebra l’indipendenza », racconta Smith Joseph, giovane assistente sociale haitiano.
La prima “Repubblica nera” della storia è nata ufficialmente il Capodanno di 206 anni fa. «Stavolta, però, l’inizio del nuovo anno acquista un valore ancora più significativo. Può segnare la fine di un incubo. Noi haitiani abbiamo voglia di speranza». Parole che esprimono un sentimento diffuso nella popolazione. Non a caso, la Caritas italiana ha scelto di intitolare il bilancio della sua attività a un anno dal terremoto: “La speranza che non muore”. In 24 pagine, l’ente riassume l’impegno di fronte all’emergenze, o meglio alle emergenze del 2010. Finora sono stati avviati 51 progetti nelle varie parti dell’isola, per una spesa complessiva di di 9,3 milioni di euro. In tutto, la Caritas ha raccolto oltre 21,5 milioni. Grazie a questi fondi, 169mila haitiani hanno avuto accesso all’acqua, 59mila hanno ricevuto cure, oltre 100mila sono stati raggiunti dai programmi di prevenzione per il colera. Che continua a flagellare il Paese. Le vittime – in base all’ultimo bilancio – sono salite a 2.761, i contagiati sono oltre 130mila.
L’infezione si è estesa anche nella limitrofa Repubblica Dominicana, in cui si è registrato un centinaio di casi. E ora il male minaccia il raccolto. Buona parte delle piante di riso della pianura centrale viene irrigata con l’acqua del fiume Artibonite, quello da cui è partito il contagio. La Fao sta portando avanti una campagna di prevenzione rivolta ai contadini. Il rischio è che la paura dei consumatori paralizzi l’attività agricola, principale risorsa di Haiti.

(Fonte: Avvenire)