Casablanca: iniziato il processo di revisione della kafala

Parliamo di kafala e di bambini abbandonati. La kafala è l’atto con il quale un giudice islamico consegna un minore fuori famiglia alle cure di due nuovi genitori. Il 2 febbraio a Casablanca, in Marocco, si è tenuta una tavola rotonda dal nome Giornata di Studio sulla Kafala, organizzata dall’associazione Osraty e da AMSF, Associazione Marocchina di Sostegno alla Famiglia. ve ne parliamo nel reportage dei nostri volontari in Marocco.

Attorno al Tavolo, i rappresentanti di alcune delle principali associazioni della società civile marocchina, da sempre in prima linea nella protezione dei diritti dei bambini abbandonati: la Fondazione Rita Zniber di Meknès e la Dar Al Atfal Al Wafae di Fez, la Ligue Marocaine pour la Protection de l’Enfance). Erano inoltre presenti assistenti sociali, sociologi, pediatri, psicologi e psicanalisti, professori di diritto islamico e di diritto in generale, avvocati, Giudici del Tribunale della Famiglia (di Tangeri e Casablanca) e della Corte Suprema, Procuratori del Re di Meknes e Casablanca, rappresentanti del Ministero degli Habous e degli Affari Islamici e quelli del Ministero dello Sviluppo Sociale, della Solidarietà e della Famiglia.

Presenti anche associazioni come Ai.Bi. e come Kafala.fr, per esporre i problemi che incontrano i marocchini all’estero, tra cui il riconoscimento della kafala nei rispettivi paesi di residenza.

La riunione ha riscosso un buon successo: in primavera sono attese nuove iniziative di modifica della legge, la 15.01 del 2002, che regolamenta la kafala. Il dibattito si è acceso in particolare sui vuoti di questa legge. La questione dell’impossibilità di rescindere il legame di sangue tra il bambino e la famiglia d’origine, che impedisce oltretutto che il bambino kafil diventi a tutti gli effetti membro della nuova famiglia che lo accoglie; si è discusso di come la legge consideri solo la parte materiale dell’adozione, non tenendo mai conto dell’amore.

I partecipanti hanno insistito sulla necessità di parlare di adozione semplice o adozione kafil (o kafala plenaria), perché – come ha indicato M.me Rita Zniber – anche in un versetto del Corano il Profeta dice di dover considerare il proprio figlio adottivo come se fosse il proprio figlio biologico.

Le riflessioni hanno dunque preso in considerazione tutte le situazioni di precarietà che provoca la legge sulla kafala: il grado di protezione che essa può assicurare – sia nello spirito che in materia di procedure – tanto al bambino che viene preso in carico quanto alla famiglia kafil (in arabo, accogliente); come adattare questa legge alle convenzioni internazionali sulla protezione dell’infanzia – che sono state, tra l’altro, ratificate dal Marocco – e alla nuova costituzione marocchina, che nell’articolo 32 stabilisce che lo Stato “assicura eguale protezione giuridica ed eguale considerazione sociale e morale a tutti i bambini, qualunque sia la loro situazione familiare”.

Nel pomeriggio Fatima Zohra di Osraty, a nome del Collettivo Kafala, ha poi esposto alla platea i vari problemi legati alla legge e alla procedura della kafala che abbiamo considerato nel corso delle riunioni del Collettivo: la dichiarazione di stato civile, la pubblicazione del ritrovamento del minore, il giudizio di abbandono, l’Ufficio di Kafala all’interno dei Tribunali, le regolamentazioni per i centri che accolgono i bambini, l’importanza di introdurre l’idoneità anche in Marocco e la corrispondenza tra età del bambino da accogliere tramite la kafala e i genitori.