Caserta: “Grazie a Raffaella Carrà ho scoperto l’amore per i bambini abbandonati”

Grazie a Raffaella Carrà che, nel 2006, lanciò un programma su Rai1 intitolato “Amore”

Grazie Raffaella Carrà“Questo impegno lo manterrò finché vivrò”. È una promessa forte quella che il signor Luigi fa, attraverso Amici dei Bambini, a tutti i piccoli abbandonati del mondo che vivono degli istituti. Una promessa che lui è certo di mantenere. E fino a oggi ne ha già dato prova con generosità e capacità di compiere un piccolo grande gesto chiamato Sostegno a Distanza.

Ex ferroviere oggi in pensione, residente a Villa Literno, in provincia di Caserta, Luigi, insieme a sua moglie, ha trasformato l’aiuto ai bambini privi di una famiglia nella sua ragione di vita.

Grazie a Raffaella Carrà

“Galeotto” fu uno dei personaggi più celebri della televisione italiana: Raffaella Carrà che, nel 2006, lanciò un programma su Rai1 intitolato “Amore”, che trattava proprio di adozioni e sostegni a distanza. Fu proprio in quell’occasione che Luigi e la sua consorte decisero di impegnarsi anche loro al fianco di un bambino abbandonato.

“Sinceramente prima di allora eravamo un po’ scettici su queste forme di accoglienza a distanza – ammette oggi Luigi –, ma poi fu proprio la trasmissione di Rai 1 a metterci in contatto con Ai.Bi., abbiamo conosciuto la vostra associazione e abbiamo capito che si trattava di una possibilità affidabile.

Il primo sostegno fu attivato a favore di un ragazzino del Marocco. Tra lui e Luigi ci sono stati tanti scambi mail e non solo: il nostro papà a distanza non ha mai fatto mancare al “suo” bambino qualche regalo extra, soprattutto scarpe o articoli di abbigliamento. “Insomma era come averlo adottato davvero – ricorda Luigi –, crescerlo come un figlio, anche se a separarci c’erano diverse centinaia di chilometri”. Lo spirito con cui i coniugi campani aiutano il ragazzino va molto oltre il “semplice” sostegno economico: lo fanno sentire davvero figlio loro, chiedono informazioni su di lui, lo seguono nella sua crescita. Come si fa con un figlio che vive nella stessa casa, biologico o adottivo che sia.

Dopo qualche tempo, però, il ragazzo compie 18 anni e lascia l’istituto in cui era vissuto fino a quel momento. Il sostegno a distanza, per forza di cose, si interrompe. Ma non si interrompe la voglia di Luigi e sua moglie di continuare ad aiutare un bambino abbandonato. Nasce così il secondo sostegno, sempre in Marocco. A beneficiarne, questa volta, è Omar, un altro ragazzino che vive in uno degli istituto di Ai.Bi. Per lui, l’affetto dei coniugi campani è lo stesso. Anzi, forse anche di più. Perché, nel frattempo, nel 2009, Luigi e sua moglie hanno perso un figlio biologico. Un dolore tremendo che i due genitori di Villa Literno riescono a trasformare in amore per un altro bambino, un altro figlio a tutti gli effetti, anche se lontano.

Qualche tempo fa, poi, la storia di Omar arriva a un lieto fine. Il suo percorso in istituto termina felicemente e il ragazzino fa rientro nella sua famiglia di origine, dove oggi vive insieme alla sua mamma.

Ma ormai Luigi e sua moglie hanno capito di avere una vera e propria vocazione per l’aiuto ai piccoli abbandonati. “Sono molto felice per Omar e la sua famiglia – scrive Luigi ad Ai.Bi. – e accetto ben volentieri l’assegnazione di un nuovo bambino”. Così arriva un ragazzino di circa 10 anni, anche lui marocchino, che attendeva da tanto qualcuno che si prendesse cura di lui come un figlio.

Così la coppia campana ha attivato il suo terzo Sostegno a Distanza. E oggi rivolge un appello a tutte le famiglie italiane: “Chiunque abbia un minimo di disponibilità economica ha anche la possibilità di aiutare un bambino abbandonato in istituto. L’adozione a distanza non è un’impresa ed è alla portata di tutti.