Caso Reggio Emilia: figli adottivi e immigrati in classe insieme

studentiPone diversi interrogativi la notizia della scuola materna del reggiano in cui gli alunni italiani e i figli degli extra-comunitari sono stati inseriti in due classi diverse. Cosa accadrebbe se si dovessero accogliere figli adottivi? In quale classe verrebbero inseriti? Sarebbero considerati bambini italiani o “stranieri”?

Per fare chiarezza su questi interrogativi abbiamo interpellato Vincenzo Aiello, Dirigente provinciale del Provveditorato agli studi della Regione Emilia Romagna.

Da cosa nasce l’esigenza di creare classi composte da soli figli di immigrati?

Considerando che la provincia reggiana è caratterizzato da una forte livello di immigrazione e che il 60% dei bambini iscritti alla nostra scuola materna è straniero, abbiamo dovuto trovare una soluzione che potesse rispondere alle esigenze degli alunni italiani e di quelli stranieri. Così per venire incontro alle richieste dei genitori italiani abbiamo favorito la creazione di classi diverse che non rallentassero l’apprendimento dei bambini italiani a contatto con i coetanei stranieri; spesso questi ultimi, infatti, non parlano ancora l’italiano. La nostra scuola rappresenta però un ottimo esempio di inclusione sociale, in quanto è riuscita a costruire un progetto che ha trovato un punto di incontro per entrambe le parti.

Ma così non si favorisce un sistema che crea barriere tra italiani e immigrati?

Assolutamente no. Questo progetto ha garantito l’accesso dei bambini italiani alla nostra scuola che senza questo intervento si sarebbero iscritti a un’altra scuola e avremmo avuto così solo iscrizioni di bambini stranieri. Di fatto ci sarebbe stata comunque una classe di soli extracomunitari, mentre in questo modo le due sezioni potranno interagire tre giorni a settimana. I bambini stranieri non verranno quindi emarginati.

Come si comporterà la scuola nel caso di figli adottivi stranieri?

Dipenderà molto dal livello di padronanza della lingua che i bambini dimostrano di possedere, ma verranno comunque inseriti nella classe dei bambini immigrati proprio perché le differenze linguistiche e culturali con gli alunni italiani potrebbero costituire un ostacolo per il loro inserimento.