Cassazione. Quella firma mancante che bloccò le adozioni internazionali con la Bielorussia

L’ex premier Conte si rifiutò di firmare la lettera di garanzia per le adozioni internazionali, violando gli accordi bilaterali e impedendo a molti bambini bielorussi di  poter avere una famiglia in Italia. La sentenza della Cassazione

Affinché le Adozioni Internazionale vadano a buon fine esistono determinate pratiche burocratiche che devono essere rispettate. Per esempio, gli accordi bilaterali con la Bielorussia prevedono una “lettera di garanzia” della Presidenza del Consiglio.Durante il governo Conte II, l’ex presidente del Consiglio fece una scelta che compromise il futuro molti di bambini orfani della Bielorussia: non firmò la suddetta lettera di garanzia, prevista dall’accordo bilaterale con l’Italia per le adozioni internazionali.Secondo alcune associazioni che si occupano di adozioni, si trattava di un mero proforma e non aveva alcuna conseguenza politica o economica.Tale lettera avrebbe permesso a molti bambini di trovare una famiglia in Italia e di sfuggire alla guerra che stava per scoppiare nel loro Paese.
Conte non spiegò mai le ragioni del suo rifiuto, che lasciò sconcertati e indignati i genitori adottivi e le associazioni che li assistevano.
Le associazioni sono ricorse alla Cassazione, chiedendo il rispetto della Convenzione dell’Aia del 1990 e dei diritti dei minori sanciti dall’ONU del 1989.
Ora, la Cassazione a Sezioni Unite dà ragione ai ricorrenti rimandando al Consiglio di Stato l’ultima parola.