Chi è il presidente della Onlus che comprava case per sé con i soldi dei bambini?

guardiafinanzaaI fatti: il presidente di una Onlus milanese che si occupa di bambini maltrattati e abbandonati si sarebbe appropriato indebitamente di 800 mila euro, che avrebbe speso per sé, acquistando case in Puglia e altri beni. Dal 2008 a oggi, parte delle somme elargite in beneficenza da grandi aziende, banche e privati sarebbero state investite a scopo personale (per pagare cartelle esattoriali private o anche per coprire appropriazioni indebite all’interno di un centro di elaborazione dati di Melegnano, che presta servizi di assistenza fiscale). Il tutto sottraendoli ai reali e legittimi beneficiari.

Le indagini della Guardia di Finanza di Lodi e del pm della Procura di Milano hanno portato alla denuncia del “sessantenne milanese” e il Gip di Milano ha disposto il sequestro di alcuni appartamenti nel centro di Galatone (Lecce) intestati all’uomo.

Queste le informazioni rilanciate, fra sabato 13 e domenica 14, da tutte le agenzie di stampa e quotidiani.

Solo il Corriere della Sera approfondisce la notizia, segnalando le iniziali del “60enne milanese”: E.N. e il nome della onlus, l’ente morale “Associazione nazionale per la tutela della fanciullezza e dell’adolescenza”, forte di cent’anni di storia (fu fondata nel 1898 da don Carlo San Martino). Precisa che “La Fanciullezza” ha sede in via Nino Bixio a Porta Venezia, a Milano, ed è “stata sostenuta negli anni da consistenti donazioni di banche imprese e di tanti benefattori anonimi. Soldi che dovevano servire per strappare bambini schiavi dalla strada”. Segnala inoltre gli avvocati che si stanno occupando del caso: Marco Ventura e Fabio Venturini che hanno assunto la difesa del presidente dell’associazione.

Fermo restando che, fino alla condanna definitiva, vale la presunzione di innocenza, dare una notizia di questa portata senza circostanziarla di nomi precisi (nella maggioranza degli articoli non compare né il nome dell’accusato né – molto più grave – quello dell’associazione), è fare cattiva informazione. Non solo. Diffonde grave sfiducia e preoccupazione, in modo generalizzato e indiscriminato, e danneggia immagine e reputazione di chi invece opera bene e seriamente.

Tutte le associazioni che fanno onestamente il loro dovere sono, in qualche modo, coinvolte da una notizia approssimativa e generica, che rischia di ledere anche i destinatari delle loro attività e le persone che da queste sono sostenute.

Per questo occorre chiarezza da parte di tutti gli organi di stampa, perché questa brutta storia non sporchi la reputazione di chi, invece, in prima linea e onestamente, combatte per difendere i valori in cui crede e i diritti di tutti i bambini.