Colombia, Onu accusa esercito di uccidere civili innocenti

“Una pratica sistematica dell’esercito colombiano”: così Philip Alston, relatore speciale delle Nazioni Unite per le esecuzioni extragiudiziarie, ha definito i cosiddetti “falsi positivi” ovvero l’uccisione da parte dei militari colombiani di civili innocenti fatti poi passare per guerriglieri delle Farc (Forze armate rivoluzionarie colombiane). Al termine di una visita di 10 giorni – durante la quale Alston ha incontrato il presidente Alvaro Uribe, alti esponenti del governo e del parlamento, i vertici dell’esercito, ma anche un centinaio di testimoni, vittime e sopravvissuti – ha accusato l’esercito regolare colombiano di uccidere i civili in maniera sistematica.

“L’espressione falsi positivi (il termine ufficiale utilizzato dal governo, ndr) fornisce una sorta di aura tecnica a una pratica che si caratterizza meglio come assassinio a sangue freddo e premeditato di civili innocenti, con finalità di beneficio per i perpetuatori” ha detto Alston, precisando che le indagini hanno permesso di determinare che il fenomeno non è circoscritto alle due zone dove finora sono stati confermati episodi del genere ma interessa 13 regioni del paese e coinvolge numerose unità dell’esercito colombiano.

Alston, che ha criticato settori del governo e dell’esercito per tentare di minimizzare la vicenda, ha anche sottolineato che l’assassinio di civili in Colombia negli ultimi anni è stato incentivato dalla politica lanciata dal governo di ricompensare i militari per i risultati raggiunti nel contrastare la guerriglia. Una politica che ha portato all’uccisione di un numero ancora non definito di innocenti, inclusi adolescenti di 16 e 17 anni, fatti poi passare per “pericolosi guerriglieri” ha ribadito il relatore dell’Onu. Il quale ha voluto evidenziare anche le minacce di cui sono oggetto i parenti delle vittime. Secondo dati dell’organizzazione non governativa Comision Colombiana de Juristas (commissione dei giuristi colombiani) sono almeno 1205 i casi di ‘falsi positivi’ documentati in Colombia tra il 2002 e il 2008.

(fonte: Misna)